In ogni caso, precisa: «Fino a quando rimarrò a fare il vicesindaco, con lealtà collaborerò con quest'amministrazione come tecnico, così come mi era stato richiesto. Se poi il sindaco ritiene, in qualsiasi momento può revocare le deleghe che mi ha dato».
Cialente non intende prendere decisioni in merito, almeno per il momento, tuttavia sostiene che il progetto dell'ex magistrato non troverebbe spazio in città. «Credo che politicamente - ha detto il sindaco - abbia una visione un po' distorta. Le liste civiche nascono sempre in zone particolari e da una grande crisi, ovunque ci sono state hanno portato dei fallimenti gravissimi. Penso cosa potrebbe succedere di 18 benpensanti in un posto dove ci sono miliardi da spendere visto che non rispondono ad alcuna regola se non a se stessi».
Il sindaco respinge le accuse del suo assessore sugli scarsi risultati ottenuti nella consiliatura: «Noi di centrosinistra applichiamo la giustizia sociale con molta determinazione. Per noi la giustizia è questa - aggiunge Cialente con il dente avvelenato - e non andare dietro ai pruriti di una certa borghesia inutile e residuale di questa città». Nessuna ombra sui concetti di trasparenza e onestà per Cialente: «Crediamo di averlo dimostrato e Trifuoggi ha verificato che non abbiamo nulla da nascondere. La vicenda che lo ha portato qui è stato il frutto di un attacco mediatico preparato a tavolino, ormai si è capito». E ancora: «Noi abbiamo raggiunto grossi risultati: il centrosinistra ha ricostruito L'Aquila, abbiamo ottenuto i fondi per il rilancio produttivo e per i negozi del centro storico».
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