Avvocati, Giacomo Giammaria si spegne quattro giorni dopo la morte del figlio Pierluigi

Domani la camera ardente al Tribunale dell'Aquila, poi martedì il funerale a Tornimparte

Avvocati, Giacomo Giammaria si spegne quattro giorni dopo la morte del figlio Pierluigi
di Marcello Ianni
3 Minuti di Lettura
Domenica 3 Dicembre 2023, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 14:12

Muore quattro giorno dopo il decesso del figlio Pierluigi. Ieri è scomparso a Roma l’avvocato Giacomo Giammaria, 86 anni, originario di Tornimparte (L'Aquila). Il figlio Pierluigi, avvocato anche lui, era deceduto il 28 novembre nella Capitale a causa di un male. L’avvocatura aquilana, romana e la comunità di Tornimparte è scossa per questa tragedia familiare.

«Era un amico – dice affranto l’avvocato Stefano Rossi del Foro dell’Aquila – era una brava persona, un uomo mite, un avvocato molto esperto in materia di previdenza e più in generale di lavoro. Una famiglia – ha aggiunto Rossi – che del diritto ne ha fatto una scelta di vita». L’avvocato Maurizio Capri, vice presidente dell’Ordine distrettuale degli avvocati ed ex assessore comunale nella giunta Cialente, lo ricorda come «un bravissimo collega, uno degli avvocati iscritti più anziani che non esercitava più assiduamente la professione».

Domani dalle 15 alle 19, alla sala assemblee del Consiglio dell’Ordine distrettuale degli avvocati dell’Aquila, a palazzo di Giustizia, verrà allestita la camera ardente. Martedì alle 11 sono stati fissati i funerali nella chiesa di San Panfilo nella frazione di Villagrande di Tornimparte, dove l’avvocato tornava soprattutto in estate, mentre durante l’anno viveva a Roma, accanto ai figli Francesco, affermato avvocato in uno degli studi più prestigiosi in materia di lavoro, e la figlia, Antonella, sostituto procuratore nella Capitale.

Il 28 novembre Giacomo Giammaria aveva perso l’altro figlio, l’avvocato aquilano Pierluigi Giammaria. Aveva 56 anni e un fisico possente, ma è stato sopraffatto da una grave malattia.

Esperto di diritto amministrativo, Pierluigi si divideva tra L’Aquila, dove era molto conosciuto (“Gimbo” per gli amici) e stimato, e la Capitale. A Roma aveva anche collaborato per anni con la Facoltà di Giurisprudenza della Sapienza: oltre a svolgere attività di didattica e ricerca aveva coordinato gruppi di lavoro. Era anche impegnato per la Federugby (la pallovale è stata da sempre la sua passione): dal 2021 era componente della Commissione esame statuti. «È una famiglia molto unita - dicono gli amici - che si è sempre contraddistinta per sua unione e per le soddisfazioni che ognuno dei suoi componenti è riuscito ad ottenere nel campo del diritto e non solo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA