Una folla commossa per l'ultimo
saluto a Gianlorenzo Conti

Una folla commossa per l'ultimo saluto a Gianlorenzo Conti
di Stefano Dascoli
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Domenica 19 Giugno 2016, 13:38
L'AQUILA - Quella di ieri è stata un'intensa e toccante giornata nel segno del ricordo di Gianlorenzo Conti, lo storico presidente dell'Ordine degli Architetti scomparso prematuramente a 63 anni per una grava malattia. La camera ardente, allestita nella nuova sede dell'Ordine per cui tanto si era battuto, è stata oggetto di un pellegrinaggio incessante fin dalla sua apertura, intorno a mezzogiorno: silenzio, cordoglio, tante lacrime e le note struggenti dei Solisti aquilani hanno accompagnato questo “saluto”. Poi, alle 15, la chiesa di San Mario alla Torretta non è riuscita a contenere le centinaia di persone che si sono strette attorno alla famiglia Conti. C'erano, tra gli altri, il sindaco Massimo Cialente, il suo predecessore Biagio Tempesta, il dg Asl Rinaldo Tordera, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, tanti politici e moltissimi esponenti di quel mondo delle professioni che Conti conosceva benissimo e al quale ha dedicato gran parte della sua vita. Il parroco, don Giulio Signora, nella sua omelia ha voluto idealmente ringraziare Conti per averlo aiutato a toccare con mano il senso vero della vocazione, anche attraverso la condivisione degli ultimi drammatici momenti della sua esperienza terrena: «Gianlorenzo non si è mai tirato indietro dinanzi ai suoi impegni, anzi, li ha sempre vissuti al cento per cento, ma, cascasse il mondo, ogni santa e benedetta domenica lui aveva la gioia di  fermarsi a fare il punto della situazione. E quello che è sempre emerso è una sua profondissima riconoscenza nei confronti delle persone che ha sempre frequentato. Gianlorenzo ha saputo dare sempre quel di più di gratitudine rispetto alle fatiche, anche nel suo sentirsi, a volte, insufficiente nel dire “grazie”».

I MESSAGGI - L'unico a prendere la parola, dopo la celebrazione, è stato il vice presidente dell'Ordine, Edoardo Compagnone: «Il suo esempio, le sue strategie, i suoi progetti, troveranno seguito nelle nostre azioni». Toccante la lettera affidata dalla figlia Ilaria al parroco: «Ho immaginato che le stelle più grandi e luminose faranno a gara per accompagnarti e gli angeli cantare e suonare a festa per darti il benvenuto. E' così che ti ho pensato, e il mio cuore d'un tratto s'è placato».
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