E proprio adesso con l’arrivo della Pasqua quando sulle tavole degli italiani non manca quasi mai l’agnello. Una tradizione antichissima, nata con la Pasqua ebraica e declinata con maggior forza dal cristianesimo, che nell’agnello vede il simbolo della purezza e del sacrificio. Ma il prezzo per gli allevatori non aumenta, anzi succede il contrario. «E questo è niente - continua Iulianella - se si pensa che dal 2016 gli allevatori non ricevono i contributi che potrebbero salvare molte aziende» Ma perché succede? «Non è pensabile che si obblighino gli agricoltori e gli allevatori a rispettare un disciplinare in modo ferreo per garantire la salubrità e il rispetto dell’ambiente, facendogli ovviamente ottenere minori produzioni date dal mancato uso di prodotti chimici in aiuto, e poi ci si disinteressi totalmente del loro futuro come sta facendo l’assessorato all’agricoltura della Regione, che ancora ad oggi promuove il benessere animale e non lo paga, promuove il biologico e non lo paga, promuove la conservazione delle razze e delle piante e non le paga; capisco un anno di ritardo, non ne capisco due, ma siamo al terzo anno e le aziende chiudono i battenti».
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