E’ stato proprio Marsilio, dopo un rapido summit con gli alleati, a dettare la linea: «Apprendo con stupore e rabbia che nelle liste dell’Udc sono stati i candidati Scoccia e Olivieri, nonostante il fatto che i partiti della coalizione di centrodestra avessero posto un veto politico sono loro presenza. I dirigenti dell'Udc avevano dato la loro parola sul fatto che avrebbero rispettato le indicazioni della coalizione e come candidato presidente designato dal centrodestra mi ero fatto garante. Prendo atto che è stata tradita la parola data e la fiducia riposta, e che qualcuno ha voluto fare un grave e stupida forzatura che non può che portare, come conseguenza inevitabile, l'esclusione dell'Udc dalla coalizione della futura maggioranza in Consiglio Regionale. Il tempo dei sotterfugi, degli imbrogli e dei trasformismi deve finire».
Di «intollerabile colpo di mano» ha parlato Gianluca Zelli di Azione Politica. Gaetano Quagliariello, leader di Idea tra i promotori della lista, si è detto all’oscuro di tutto: «In nessun momento e in alcun modo né il sottoscritto né rappresentanti di “Idea” sono stati informati del cambiamento. Ho sempre detto pubblicamente che ritenevo ingiustificati i veti posti dalla Lega alle candidature di Olivieri e Scoccia: in particolare quest’ultima ha una personalità che, per civiltà, non può essere considerata assorbita da quella dell’uomo che ha sposato. Ritengo però che a una scelta sbagliata non si risponde con una imboscata, soprattutto se questa viene compiuta tradendo un accordo con il candidato presidente».
Pagano (Forza Italia) ha invocato, da parte di Marsilio, «l’immediata convocazione di un tavolo del centrodestra». Per Fratelli d’Italia «l’Udc ha tradito tutti gli alleati, siamo con la coraggiosa scelta di Marsilio». «Non vogliamo vedere durante la campagna elettorale i simboli dell’Udc affiancati a quelli della Lega e del centro-destra unito con Marsilio» hanno tuonato Giuseppe Bellachioma e Luigi D’Eramo, della Lega. Fabrizio Di Stefano ha detto «di aver fatto bene a non aderire a questa coalizione». Anche gli avversari marcano il caso. Sara Marcozzi, Cinque Stelle, parla di «un centrodestra già spaccato prima di cominciare».
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