Viterbo, la lite con i Facchini?
Danno d’immagine

Viterbo, la lite con i Facchini? Danno d’immagine
di Massimo Chiaravalli
2 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Ottobre 2014, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 15:49
«Una polemica che disonora l’immagine della città». E’ l’apice della risposta ai Facchini. Perché il day after del sindaco Leonardo Michelini è teso ad «abbassare i toni». Ma il più grande strappo nella storia del Trasporto tra Comune e Sodalizio potrebbe diventare un problema politico nella maggioranza. Buona parte della quale, a microfoni spenti, reagisce malissimo alle esternazioni del Sodalizio.

Parte da pompiere, Michelini. «È il momento di essere distensivi. Quelle dei Facchini – dice – sono affermazioni muscolari: bisogna far passare la nottata, non vogliamo acuire i problemi». Pomo della discordia, l’esclusione dalla commissione sulla nuova Macchina. E’ stato un errore far credere al Sodalizio che sarebbe entrato? «Più sarà libera da ogni condizionamento, compreso quello del sindaco, meglio sarà per tutti. Sono rispettoso dei ruoli, anche di chi giudica». Il pranzo sociale dei Facchini? «Accerterò cosa è successo, pagheremo. Ma questa bagarre disonora la città». Il Comune da solo all’Expo? «Preferisco non entrare nel merito, non faremmo bene a Santa Rosa e alla città. Sono questioni di mercato casareccio che non fanno onore a nessuno». Però ecco un velato affondo politico. «C’è stata una strumentalizzazione da qualcuno della maggioranza, che magari non aveva capito bene il bando». E’ a rischio il riconoscimento Unesco? «Ora meglio non parlarne».

Bastone e carota anche dall’assessore alla Cultura, Antonio Delli Iaconi: «E’ tutto un equivoco che nasce da una improvvida gestione della presentazione del bando o dal fatto che qualcuno cerca di farsi bello. Vedremo». Uno dei destinatari è Viva Viterbo, che ha caldeggiato la presenza dei Facchini in commissione. Per il suo assessore, Giacomo Barelli, la spaccatura col Sodalizio «è una grande sofferenza: va aperta una discussione affinché questa ferita si sani subito. Da Baku alla conferenza stampa a Roma con Zingaretti era partito un bellissimo percorso». Anche lui però tra le righe non le manda a dire: «Non c’è Expo senza unità. La Macchina non sarà dei Facchini, ma come dice l’Unesco non c’è Macchina senza di loro. E se mi tolgono anche Sebastiano Del Piombo, come ambasciatore a Milano sarà complicata».

Intanto nella maggioranza il malcontento è pesante: molti bollano l’uscita dei Facchini come delirio di onnipotenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA