In casa Terme dei Papi i toni di Fausto Sensi appaiono più distesi, dopo l'incontro col sindaco Leonardo Michelini e l'assessore Antonio Delli Iaconi. Ma senza dire del ricorso. «Siamo ancora in una fase interlocutoria – si dice dallo stabilimento – utile a cercare delle soluzioni. Il confronto è servito a spiegare perché non è realizzabile ciò che chiedono». Ovvero il passaggio da 43 a 22 litri al secondo di acqua termale, come votato dal consiglio, che impone lavori di adeguamento entro il 31 dicembre. Ancora non partiti «perché non possiamo iniziare a demolire un pezzo di terme, scendendo di categoria. Se serve l'acqua, devono cercarla negli oltre cento pozzi abusivi».
Ma è Michelini stavolta a dare un aut aut. «Com'è andato l'incontro? Così così. Se dobbiamo trattare con Sensi – spiega - la condizione è che ritiri l'opposizione al Tar sulla delibera del consiglio comunale». E' la novità che crea anche un accavallamento nelle aule di tribunale: l'11 dicembre è già fissato il Consiglio di Stato sul precedente riricorso del Tar, quello secondo cui lo stabilimento può usare tutta l'acqua di cui ha bisogno. Su questo «siamo convinti di avere tutte le ragioni del mondo: si parla di acqua che serve all'impianto comunale – commenta Sensi - non nostro». Presto ci sarà un altro faccia a faccia: «Nell'arco di pochissimi giorni – continua il sindaco – insieme al direttore di miniera Giuseppe Pagano. Ma il Comune non torna indietro».
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