Le Terme dei Papi a secco: già annullate 250 prenotazioni

Le Terme dei Papi a secco: già annullate 250 prenotazioni
di Federica Lupino
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Giovedì 26 Marzo 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 19:56

Oltre 250 prenotazioni già disdette. Dodici lavoratori stagionali (10 fanghisti, un autista e un addetto alla reception) a spasso. Un danno economico per i bed&breakfast convenzionati stimato in circa 75mila euro. E questo fino a ora. A rischio, poi, ci sono decine di dipendenti (fra quelli diretti e dell'indotto) e l'immagine di Viterbo città termale. Eccolo il pasticciaccio in scena alle Terme dei Papi
Perché? I lavori di ripristino della falla provocata il 25 novembre al pozzo San Valentino e che aveva svuotato la callara del Bullicame, non hanno affatto risolto il problema: l'acqua che arriva alla struttura gestita dalla famiglia Sensi è ancora insufficiente (2,8 litri al secondo contro i 10 necessari). La stagione dei fanghi (partenza prevista il 16 marzo) è sospesa. Sul piede di guerra i sindacati: «Se questo è quanto il Comune ha a cuore gli interessi della città, c'è da preoccuparsi», dicono. E incredulo Fausto Sensi: «A questo punto ho il sospetto che ci sia una strategia precisa per annientare un'azienda che funziona», si sfoga.
BULLICAME
In pratica i lavori, partiti il 12 marzo e conclusi il 15, sono serviti solo a tappare la falla che provocava la dispersione di acqua termale nelle campagne. «Ora - dice Sensi - finisce tutta nel pozzo san Valentino (quello a cui attingono le terme Salus, ndc) anziché alimentare la callara del Bullicame e da lì, tramite una condotta, le terme comunali». Il progetto approvato dalla Regione il 3 marzo (dopo oltre 3 mesi dall'incidente) prevedeva una fase A e una fase B. «È la seconda a non essere partita, quella che deve - continua - ricondizionare il pozzo ai livelli precedenti e riportare acqua alla callara». Lo scrive anche il direttore di miniera Giuseppe Pagano in una lettera a Sensi del 19 marzo, in cui chiede "massima comprensione per gli eventuali disservizi". Ma lui replica: «Nel 2014 abbiamo erogato 32.250 fangoterapie e curato 46.518 clienti. Se il Comune continua così - conclude - ci danneggeranno in maniera irreversibile, altro che disservizi».
LA PROTESTA
Infuriati i sindacati. «Se l'acqua non arriva - sostiene Fortunato Mannino (Cisl) - migliaia di persone anziché a Viterbo andranno in altre strutture. Un danno inestimabile per il settore termale e il turismo. Le istituzioni dovrebbero facilitare chi investe, non intralciarlo». Parla di «vergogna» Elvira Fatiganti della Uil. «Il Comune - accusa - ha davvero toccato il fondo: stanno impedendo a un'azienda che funziona di lavorare. Sto preparando un report da inviare a Striscia la Notizia e Le Iene». E dalla Cgil Donatella Ayala conclude: «Hanno compromesso la stagione termale e lo sanno. Incomprensibili i ritardi nel terminare i lavori. E all'occupazione non ci pensano?».