Terme, lavori fermi al palo «Intervenga il prefetto»

Terme, lavori fermi al palo «Intervenga il prefetto»
di Federica Lupino
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Martedì 1 Settembre 2015, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 18:26
La stagione dei fanghi alla fine è partita: con 5 mesi di ritardo rispetto al solito, gli 11 lavoratori addetti sono stati richiamati alle Terme dei Papi. Ma è ancora preso per esultare: i lavori di ripristino della callara che alimenta il Bullicame non sono mai stati ultimati. «E se al momento tamponiamo con 20-21 litri al secondo rispetto ai 32 utili, con l'alta stagione che sta per entrare rischiamo di non farcela», denuncia Fausto Sensi (nella foto), titolare della struttura. Mesi di ritardo rispetto agli impegni del Comune. Perché? Mancherebbe l'ok della Regione, titolare della concessione, a eseguire interventi per riportare la giusta quantità di acque termali alla società. «Ma non si capisce perché, se tutto è a posto, questo via libera non arriva», interviene il sindacato che, con Fortunato Mannino della Cisl, è preoccupato del futuro occupazionale in strada Bagni, tanto da chiedere subito un intervento del prefetto Rita Piermatti.



La vicenda si trascina dal 25 novembre quando le Terme Salus, nell'effettuare lavori di perforazione sul pozzo principale del Bullicame, lo hanno per errore forato causando l'abbassamento della pressione nella callara che alimenta le Terme dei Papi. Da allora nove mesi con continui rimpalli tra Comune e Regione su chi doveva autorizzare i lavori di ripristino. Palazzo dei Priori aveva emanato un'ordinanza di ripristino a carico della struttura, ma per attuarla occorreva il via libera da Roma. Poi, a marzo è arrivato il progetto definitivo della Regione che prevedeva una fase A e una fase B, quest'ultima ancora non ultimata.

«Finora - sostiene Sensi - hanno effettuato solo interventi tampone ma il livello della callara continua a essere troppo basso, mentre le perdite che liberano una montagna di acqua nei campi non sono state tappate». Per il titolare della struttura «il Comune deve subito eliminare le dispersioni e fare chiarezza sui pozzi abusivi che distolgono acqua a chi invece ha il diritto di utilizzarla». Anche per Mannino c'è urgenza di stringere: «Chiediamo al prefetto di darci una mano, sollecitando la Regione a dare una risposta al più presto. In ballo c'è un pilastro dell'economia viterbese».