Scuderie dell’Albornoz «è urgente l’appalto»
Dopo il sì al progetto dalla Soprintentenza

Scuderie dell’Albornoz «è urgente l’appalto» Dopo il sì al progetto dalla Soprintentenza
di Carlo Maria Ponzi
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Martedì 22 Luglio 2014, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 12:43
Restauro delle monumentali Scuderie della Rocca Albornoz: arrivato il disco verde della soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici al progetto - predisposto dagli storici dell'architettura viterbesi Simonetta Valtieri ed Enzo Bentivoglio - promosso su incarico della Fondazione Carivit, che allo scopo ha sottoscritto una convenzione con l’Università Mediterannea della Calabria.

«Adesso – sottolineano i due docenti del predetto ateneo - auspichiamo che il Comune proceda in tempi brevi all'avvio della gara d'appalto. Se i lavori inizieranno entro il 2014, la riscoperta di un’opera sconosciuta di Bramante troverà un’ulteriore diffusione e valorizzazione, proprio nell’anno delle celebrazioni dei 500 anni della scomparsa del celebre architetto. Poiché la durata dei lavori è programmata in un anno solare, la struttura potrebbe anche accogliere manifestazioni collegate a Milano Expo 2015. Insomma, per i ruderi di piazza Sallupara, il futuro è veramente a portata di mano».

Come nasce l’intrapresa? E’ proprio grazie alla segnalazione dei due storici (datata 1971) che le Scuderie della Rocca vengono attribuite al Bramante (alcuni documenti del 1506 e 1508 ne attestano la presenza a Viterbo) e sottoposte a vincolo. Nell’ultimo lustro, grazie alla convenzione citata; alla nomina di Valtieri, ordinario di restauro architettonico, al coordinamento scientifico; all’acquisizione del complesso, proprietà del demanio militare, da parte di palazzo dei Priori grazie a contributi della Regione e della Carivit spa, si è messo mano ai preliminari lavori di ripulitura e rilievo.

Risultato? «Sono tornati alla luce - spiega Simonetta Valtieri - 24 colonne e capitelli dell'originario impianto bramantesco, facendo virare il progetto verso un restauro di ricomposizione teso a esaltare le parti autentiche e la fisionomia originaria della struttura, limitando le aggiunte necessarie alla sua rifunzionalizzazione». Per quanto riguarda la destinazione, i due cattedratici auspicano «un uso coerente e diversificato con il loro valore di monumento legato a Giulio II e al Bramante».
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