«Scendiamo in piazza contro l'Imu», protesta davanti alla Prefettura

«Scendiamo in piazza contro l'Imu», protesta davanti alla Prefettura
di Massimo Chiaravalli
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Lunedì 9 Febbraio 2015, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 14:27
Viterbo è la provincia agricola del Lazio. E allora dall'Imu non si scappa. Ma adesso sul provvedimento del governo è rivolta: domani tutti sotto la prefettura «per protestare in modo pacifico contro un balzello che colpisce al cuore l'economia della Tuscia. Anche i sindaci siano in piazza con gli agricolotori». Firmato Agrinsieme, la nuova sigla che raccoglie Confagricoltura, Confcooperative, Cia e Legacoop. Ma a protestare è anche la Coldiretti, che coinvolge i sindaci in un altro appello: «Appllichino l'aliquota minima».

Agrinsieme: scendono in campo – è il caso di dirlo – i presidenti delle associazioni, rispettivamente Giuseppe Ferdinando Chiarini, Bruna Rossetti, Fabrizio pini e Angelo Biagini. Domani alle 10 (giorno di scadenza della proroga) sotto la prefettura vogliono vedere anche i primi cittadini. «L'Imu agricola – dicono – è pugno nello stomaco per il settore, che dal 2015 deve sopportare la riduzione del 23 per cento dei consumi medi di gasolio, una rivalutazione degli estimi catastali e la mancata deduzione del costo del lavoro agricolo a tempo determinato dalla base imponibile Irap, promesso nella legge di stabilità. In soldoni sono 767 milioni di euro che il settore non può assolutamente sostenere. È necessario che tutti prendano posizione, prima che sia troppo tardi».

Su 60 comuni si salvano in pochi: solo 8 ricadono in zona montana e 7 in zona parzialmente montana. Anche la Coldiretti è sul piede di guerra: sul tema ha stilato un documento in cui «si chiede la revisione della classificazione – spiegano il direttore Ermanno Mazzetti e il presidente Mauro Pacifici - e l'esenzione per i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali in tutti i comuni. Speriamo che la legge venga adeguata, ma intanto invitiamo i sindaci ad applicare l'aliquota minima». Per domani è stata promossa un'assemblea con tutti i sindaci della provincia, «per affrontare in maniera definitiva questo tema divenuto più che prioritario».

A protestare però sono anche gli utenti. Un lettore si è infatti rivolto a palazzo dei Priori per capire come muoversi. La risposta? «Stante un ricorso pendente al Tar – racconta – a una richiesta di chiatimenti mi hanno risposto: intanto meglio pagare, poi casomai chiederete il rimborso. Alla faccia della semplificazione». A distanza di poche ore dal termine della proroga infatti «il Comune – conclude – non ha pubblicato nulla circa l'aliquota da applicare».