Processo a dottoressa del pronto soccorso
"Lasciò mia nonna per ore sulla barella"

Processo a dottoressa del pronto soccorso "Lasciò mia nonna per ore sulla barella"
di Silvana Cortignani
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Martedì 11 Giugno 2013, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 15:21
VITERBO - La nonna muore alla vigilia di Natale, il nipote è convinto che sia per colpa della dottoressa del pronto soccorso, che il giorno dell’Immacolata l’avrebbe lasciata per ore sulla lettiga senza visitarla. Ironia della sorte, lui stesso, che faceva e fa tuttora l’infermiere proprio in quel reparto, aveva sollecitato il personale medico.



Era il 2006 e da allora ci sono voluti quasi sette anni soltanto per arrivare alla prima udienza del processo in cui la donna, inizialmente indagata per omicidio colposo, deve rispondere di omissione d’ufficio per quel ritardo.



Fu il figlio, che assistito dall’avvocato Francesco Massatani si è costituito parte civile, ad accompagnare la madre a Belcolle intorno a mezzogiorno. Verso le 14 l’anziana fu ricoverata in breve osservazione, a causa dei suoi problemi respiratori, e lì sarebbe rimasta senza ulteriori controlli fino alle 20. Un buco di sei ore nel quale, secondo il consulente del pm Paola Conti, il professor Mario Gabrielli, si ravvisano i presunti comportamenti omissivi.



L’imputata si è difesa puntando il dito conto un altro collega che, essendo l’8 dicembre un giorno festivo, sarebbe stato responsabile dell’emergenza sanitaria. Quest’ultimo ha rispedito al mittente l’accusa, spiegando che si stava occupando dei pazienti con codici gialli e rossi e non ai ricoveri brevi. Di più. In base ai tabulati delle prestazioni ai pazienti, la dottoressa quel giorno avrebbe effettuato solo 10 visite in un turno di 12 ore, nessuna delle quali in un arco di tempo di 7 ore.



Il processo è stato rinviato al 5 novembre.
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