Tra le poche sedi a salvarsi, c'è quella di via san Gratiliano a Civita Castellana costruita con i contributi dei compagni ceramisti, che si tassarono per 1000 lire al mese negli anni Settanta-Ottanta. Lì hanno fatto dei lavori di ristrutturazione a loro spese, che stanno scontando con l'affitto. Per il resto, da Acquapendente a Orte, passando per Nepi, Capranica, Vignanello, Soriano, Caprarola, Tarquinia e via dicendo, tutti dovranno saldare i conti della pigione, che varia dalle 50 alle 100 euro mensili.
Luciano Pazzetta, presidente della Fondazione Sarti, ha cercato di frenare le possibili contestazioni. «Nessuno verrà sfrattato - ha detto - sarà solo chiesto di onorare i contratti o sottoscriverne di nuovi. Gli immobili sono circa 30, bisogna mantenere il patrimonio cercando risorse per pagare le varie imposte, per circa 20mila euro annui, e organizzare iniziative». La questione è destinata a finire comunque sui tavoli della segreteria provinciale. «Il partito - ha detto Sandro Mancinelli, dell'assemblea provinciale - non può lasciare i circoli abbandonati a se stessi. Va aperta una discussione seria e approfondita su questo tema. Molte sedi già sono in sofferenza e la segreteria deve farsi carico di trovare una via d'uscita e affrontare la questione, senza aspettare. Ma questa è la dimostrazione che nel partito ci sono problematiche organizzative e finanziare che vanno risolte».
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