La fuga di gas con esplosione, indagati in tre: per le ustioni morì una giovane mamma

La fuga di gas con esplosione, indagati in tre: per le ustioni morì una giovane mamma
di Silvana Cortignani
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Venerdì 29 Maggio 2015, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 13:11
Esplosione di gas nella villetta: non è ancora finita la battaglia della piccola Noemi, la bimba di un anno rimasta gravemente ferita lo scorso 18 aprile a Vitorchiano nella terribile deflagrazione che ha ucciso la mamma, la 27enne Daniela Anselmi morta dopo tre giorni di agonia al Sant'Eugenio.

La piccola è tuttora ricoverata al policlinico Gemelli, dove pochi giorni fa è stata sottoposta a un ulteriore intervento chirurgico. Un lungo cammino, quello che la aspetta, prima di poter tornare a casa dai suoi cari. Prosegue intanto l'inchiesta aperta dalla Procura, che ha iscritto tre persone nel registro degli indagati per omicidio colposo: il proprietario dell'immobile, il fornitore del gas e l'impiantista. Lunedì scorso nella villetta, sotto sequestro dall'esplosione, c'è stato il sopralluogo del perito incaricato dal pm Paola Conti di chiarire la composizione del gas. All'ingegnere Rodolfo Fugger il compito di verificare se al metano, che è inodore, siano stati aggiunti gli appositivi additivi per rendere riconoscibili all'olfatto eventuali esalazioni pericolose.



La loro assenza spiegherebbe perché Daniela Anselmi, ignara della fuga di gas, abbia acceso il fornello sotto il bricco del latte per la colazione della bambina. Sul posto anche i periti di parte, tra i quali l'ingegnere Carlo Giannuzzi per l'impiantista; il cui avvocato, Fausto Barili, si è riservato di chiedere l'incidente probatorio. In questa fase delle indagini, infatti, il pm può ancora decidere se procedere nei confronti dei potenziali responsabili oppure chiedere l'archiviazione del caso, come tragica fatalità.

Oltre alla questione degli additivi, c'è da sciogliere altri nodi, tra cui lo stato dell'impianto e la sua posa in opera a regola d'arte.