Facebook e le elezioni di Viterbo
"Ecco quanto sono social i candidati"

Flaminia Saccà, docente di Sociologia politica
di Simone Canettieri
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Venerdì 7 Giugno 2013, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 11:47
VITERBO - Per Viterbo stata la prima campagna elettorale veramente social. La propaganda ha traslocato, con i rispettivi ultras da tastiera, su Facebook (e in minima parte su Twitter, ancora elitario a queste latitudini).
Ma i clic e ”mi piace” hanno spostato voti? «Non credo - spiega Flaminia Saccà, docente di Sociologia dei fenomeni politici all’Università della Tuscia - di sicuro avranno contribuito a formare un voto d’opinione nell’elettorato giovanile e moderno. Creando allo stesso tempo curiosità e tendenze. Su Facebook assistiamo, in generale, a un effetto mobilitazione: serve a serrare le fila, a consolidare certezze».



Professoressa Saccà, cosa emerge da un’analisi dei profili virtuali di Marini e Michelini?


«Da una rapidissima occhiata ho trovato le pagine dei due candidati a sindaco molto diverse tra loro per impostazione. Una, quella di Michelini, è più social nella scelta dell’impianto: si può chiedere e concedere amicizia. L'altra, quella di Marini, è invece pensata per una comunicazione più unidirezionale e più classica: al massimo si può mettere un "mi piace" sulla pagina, non collegarvisi come amico. Di conseguenza il primo è un po’ più interattivo anche nella comunicazione mentre il secondo è più impostato come una vetrina: pubblica foto di momenti della sua campagna elettorale, ma, almeno a un primissimo sguardo, non sembra scrivere, rispondere o commentare».



Sia Michelini che Marini non sono degli smanettoni: hanno zero padronanza dei social. E’ una mancanza grave per un politico?

«Non mi sembra una novità. Anche Obama, il più abile al mondo in questo campo, non cura direttamente la comunicazione sulla propria pagina. Gli staff in questo senso sono fondamentali. Poi, certo, se un politico è padrone del mezzo, nel 2013, tanto meglio».



Sempre sbirciando i profili dei candidati si nota che i due non si mordono mai: perché non ci sono invasioni di campo?


«E’ una storia nota. Ormai le campagne elettorali si calibrano sui programmi e molto meno sulla demolizione dell’avversario politico di turno».



Mancano tre giorni al ballottaggio, cosa consiglia ai rispettivi staff: meglio cercare un ”mi piace” o una stretta di mano in più?

«Per quanto possa essere importante il web non ci sono dubbi: il contatto personale è insostituibile. Fossi in loro ridurrei l’offensiva su social».



Se da martedì i profili diventeranno muti non sarà un presa in giro nei confronti dei web-elettori?

«L’auspicio è che le pagine rimangano aperte per continuare la comunicazione con i cittadini. Attraverso un dialogo vero in entrata e in uscita».



simone.canettieri@ilmessaggero.it
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