Esportazioni l'olio viterbese a prova di Fda

Esportazioni l'olio viterbese a prova di Fda
di Giorgio Renzetti
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Giovedì 11 Dicembre 2014, 05:57 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 12:27
Un extravergine con il bollino Fda. La Food and Drug Administration, l'agenzia Usa di controllo su alimenti e farmaci, ha sottoposto a nuova verifica l'olio di oliva prodotto a Canino, terra di Dop per eccellenza.

Un'ispettrice arrivata dal Maryland (dove ha sede l'agenzia) per due giorni ha verificato le attività dell'Oleificio sociale cooperativo di Canino.

Da circa tre anni l'extravergine che esce dal frantoio del Castrense - lavora mediamente 80.000 quintali di olive l'anno dai circa 3.350 ettari di oliveti tra Canino e paesi limitrofi - compare (in bottigliette di vetro monodose) nei pasti a bordo degli aerei dell'American Aerlines - la business class - principale compagnia americana. Analoghe forniture riguardano altri vettori aerei, tra cui la Klm olandese. Essendo la vendita di prodotti alimentari negli Usa sottoposta all'okay della Fda, molto severa su cibi e bevande non di casa, l'autorità governativa è tornata a Canino per ripetere le verifiche.



«Dobbiamo rispettare le norme igienico-sanitarie con la massima cura nelle varie fasi di produzione - spiega Claudio Mazzuoli, direttore dell'Oleificio - così come nel confezionamento dell'olio. I controlli negli Stati Uniti sono costanti e qui sono iniziati dalla registrazione e certificazione della Fda, prima di iniziare a spedire l'olio. Ora, dopo anni, sono tornati a vedere l'impianto di produzione, verificando che gli standard accertati allora siano stati mantenuti».

Oltre alle operazioni sulla trasformazione delle olive, la verifica della Fda ha riguardato i controlli su qualità e macchinari; ma anche tra gli uliveti, sui lavori che i circa 1.200 soci coltivatori eseguono in campagna. Come quello di fronteggiare gli attacchi parassitari (la mosca dell'olivo su tutti) con la lotta fitopatologica integrata. «Il nostro olio extravergine risente degli andamenti stagionali - dice Mazzuoli - perchè le olive sono solo quelle delle piante nel comprensorio di produzione, molite nel nostro frantoio. E quest'anno, purtroppo, il raccolto è stato contenuto, ma senza la lotta integrata sarebbe stato ancora peggio».



Determinate condizioni climatiche (come le temperature estive non molto elevate) favoriscono le infestazioni della mosca, che quest'anno hanno falcidiato i raccolti di olive in tutto il Viterbese. «Ma il nostro obiettivo è produrre il miglior olio possibile - aggiungono dall'azienda - e venderlo direttamente per assicurare la miglior retribuzione ai soci. Per tradurre questo in pratica servono procedure e meccanismi complessi, messi a punto in decenni di attività. Come la lotta integrata: qui, al superamento delle soglie di intervento valutate con le apposite trappole poste negli uliveti, i soci sono potuti intervenire, con pochi trattamenti. Poi la raccolta anticipata ci ha permesso di limitare i danni».