Fulminati sull’autocisterna dal gas
che si è sprigionato: un mistero

Fulminati sull’autocisterna dal gas che si è sprigionato: un mistero
di Raffaella Patricelli
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Martedì 29 Luglio 2014, 08:53
Travolti da una nube tossica mentre erano al lavoro. Sono stati trovati cos, ormai senza vita, all’interno della Kyklos di via Ferriere, azienda che produce compost e percolato situata al confine tra Aprilia e Nettuno. Due operai, Fabio Lisei di 44 anni e Roberto Papini di 42, entrambi residenti a San Lorenzo Nuovo, in provincia di Viterbo, erano arrivati a bordo di due enormi cisterne per caricare percolato e tornare presso l’azienda per la quale lavoravano, situata ad Orvieto. Erano circa le 9 quando hanno cominciato le operazioni di sversamento. Il primo carico è andato a buon fine senza difficoltà; per il secondo, invece, si sono registrati dei problemi: i due operai hanno quindi deciso di salire sulla cisterna e di aprire una delle botole del mezzo per effettuare una verifica. È stato in quel momento che una nube tossica li ha avvolti facendogli perdere i sensi. Uno dei due è caduto dal camion procurandosi una ferita alla testa, il secondo è stato trovato accasciato sulla passerella della cisterna.

L’ALLARME

A lanciare l’'allarme è stato un altro operaio che ha assistito alla scena e ha chiesto l'intervento dei vigili del fuoco e del 118. Nonostante la tempestività dei soccorsi, però, per i due uomini non c’è stato niente da fare. Le improvvise inalazioni delle sostanze che si sarebbero sprigionate dal percolato contenuto nell’autocisterna hanno lasciato senza respiro i due operai. Le indagini – coordinate dal magistrato Luigia Spinelli - sono affidate ai carabinieri del Reparto territoriale di Aprilia, i quali stanno cercando di appurare se i due operai indossassero o meno le mascherine di protezione. I corpi di Fabio Lisei e Roberto Papini sono stati trasferiti presso l’obitorio di Latina e restano a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia.

LE INDAGINI

Sul luogo della tragedia ieri mattina sono intervenuti anche gli esperti dell’Asl di Latina e dell'Arpa Lazio. Verranno visionati i filmati del sistema di videosorveglianza per ricostruire il più dettaglitamante possibile la dinamica dei fatti. Anche il sindaco di Aprilia Antonio Terra, appresa la notizia, si è recato presso l’azienda di via Ferriere. «Un incidente gravissimo – ha commentato il primo cittadino – esprimiamo vicinanza e cordoglio alle famiglie Lisei e Papini, confidiamo nel lavoro della magistratura per fare luce suill’ccaduto». Intanto Acea, di cui fa parte la Kyklos, ha diramato una nota stampa in serata: «Massima collaborazione con la magistratura per un rapido accertamento delle cause della tragedia. I due lavoratori – ha spiegato l’azienda - avevano avuto regolare accesso all’impianto, con due autocisterne appartenenti alla propria società. Il percolato – precisa ancora la nota di Acea - che avrebbero dovuto trasportare è un rifiuto liquido derivante dal trattamento di rifiuti non pericolosi che viene prodotto presso l’impianto. Tale liquido viene prelevato più volte al giorno, con operazioni svolte in ambiente aperto mediante autobotti, per essere poi smaltito in impianti autorizzati. La dinamica dell’incidente, pertanto, è al momento oggetto di approfondimento e, in questo senso, la società sta collaborando attivamente con la competente autorità giudiziaria per verificare le cause dell’accaduto. Kyklos – conclude la nota stampa - esprime il più profondo cordoglio alle famiglie e ai colleghi dei due lavoratori deceduti».

LA RABBIA DEGLI ABITANTI

La notizia dell’incidente sul lavoro ha fatto il giro della zona in cui si trova l’azienda di compostaggio, i residenti sono da tempo sul piede di guerra per la presenza di odori nauseabondi e di mosche. «Non ci sentiamo sicuri – hanno ripetuto ieri mattina – non è possibile vivere con questa paura e con miasmi così forti». La protesta ha preso vita anche su Facebook, nel gruppo “Sei di Aprilia se”, in molti hanno proposto una manifestazione di piazza contro la presenza sul territorio di impianti di trattamento dei rifiuti e denunciano: «Aprilia viene trattata come una discarica».
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