Di fatto, quindi, da Roma ammettono l'errore e correggono il tiro. Anche perché la svista che aveva derubricato Acquapendente a casa della salute ha mandato su tutte le furie i sindaci dell'area nord della provincia, al di là delle appartenenze politiche. «Possibile che Bracciano, Monterotondo e Subiaco abbiano ottenuto una deroga in quanto aree disagiate e noi, che distiamo 60 chilometri da Belcolle, no?», è il refrain che rimbalza da settimane. In effetti, il 15 luglio Zingaretti aveva accettato le richieste di Bambini, ovvero un potenziamento dei servizi, ammettendo che la soluzione della casa della salute non era adatta per Acquapendente. Peccato poi che quegli impegni non siano stati trasferiti nel decreto del 5 agosto, con cui il commissario ha approvato i Programmi operativi regionali 2013-2015.
Quindi, Bambini la spunta. Anche grazie al pressing del consigliere regionale del Partito democratico, Enrico Panunzi. «Non ci interessa il nome che verrà dato alla struttura. Quello che contano - afferma - sono i contenuti». Cosa troveranno gli utenti ad Acquapendente, quindi? «Un punto di pronto intervento permanente, un servizio di elisoccorso che - risponde - usufruirà di una convenzione da siglarsi con gli ospedali umbri, la day surgery, posti letto di medicina e prestazioni poliambulatoriali specialistiche».
Intanto, dall'opposizione continua la battaglia politica. Il consigliere regionale de La destra, Fabrizio Santori, ha presentato un'interrogazione sul futuro dell'ospedale.
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