Acquapendente, la battaglia per l’ospedale
«Al Tar contro la Regione»

Acquapendente, la battaglia per l’ospedale «Al Tar contro la Regione»
2 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Agosto 2014, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 14:06
​Il consiglio comunale ha deliberato: ricorso al Tar contro il decreto 247, sinergia con Amatrice e disponibilit alle dimissioni dell’intera assise. Ad Acquapendente il documento sull’ospedale - contro la trasformazione in casa della salute voluta dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti - è stato approvato all’unanimità.

L’extrema ratio è quella del tutti a casa. Perché «il dovere di noi amministratori – dice il sindaco Alberto Bambini – è quello di difendere il diritto alla salute dei cittadini, garantendo la presenza di quei servizi di cui il territorio necessita». E Zingaretti, che è del Pd, il suo stesso partito? «Non siamo assolutamente in soggezione - continua - e continuiamo a portare avanti la nostra battaglia a difesa dell’ospedale, senza guardare al colore politico di chi ha firmato questo assurdo decreto che sancisce il destino della nostra struttura sanitaria». Guerra aperta e così sia, è la volontà bipartisan.

Ma intanto lo smantellamento è già cominciato. «La preoccupazione aumenta – spiega Bambini - anche per il fatto che mentre discutiamo su quale futuro dare al presidio, la direzione generale continua a togliere personale dalla struttura aquesiana indebolendo o eliminando continuamente i servizi esistenti». Tenere l’ospedale come era concepito venti anni fa? «So che la cosa non è più attuabile, ma ci devono spiegare perché nel decreto 247 Acquapendente non è tra le zone disagiate, e come pensano di abbattere la mobilità passiva che andrà sicuramente ad aumentare».

Sul tema è intervenuto anche Davide Barillari, consigliere regionale del M5S, presente al consiglio di Acquapendente. «Zingaretti ha dato l’estrema unzione all’ospedale, nei prossimi giorni presenteremo una mozione per costringere il consiglio regionale e la commissione sanità a non nascondere la testa sotto la sabbia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA