Via i monaci, paese in rivolta
L'arcivescovo svela i retroscena

Via i monaci, paese in rivolta L'arcivescovo svela i retroscena
di Ilaria Bosi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Ottobre 2015, 21:21 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 03:07
PRECI Via i monaci dall'Abbazia, il paese è in rivolta e l’arcivescovo rompe il silenzio: “Lo hanno voluto loro”.

Tra le pieghe di una vicenda che sta facendo discutere da settimane, con raccolte di firme, appelli sui social network e polemiche varie, emerge un retroscena: a causare l’emorragia di Monaci dall’Abbazia di Sant’Eutizio sarebbe stata una lite, avvenuta a settembre del 2014. È quanto è possibile ipotizzare scorrendo la corrispondenza tra l’arcivescovo Renato Boccardo e l’Abate della Congregazione benedettina in cui si fa riferimento a non meglio specificate “difficoltà interne” che avrebbero determinato le progressive partenze.



Nell’ultimo periodo, dei 5 monaci benedettini arrivati tre anni fa, ne erano rimasti soltanto due. Quanto basta per dichiarare conclusa l’esperienza. I monaci, come ha voluto chiarire l’arcivescovo, non dipendono dalla Curia ma dalla loro Congregazione e seguono quindi una diversa gerarchia.



Questa la ricostruzione dei fatti resa nota dall’archidiocesi:





"Nel settembre 2012 l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, con il consenso dell’Abate Presidente della Congregazione Sublacense Cassinese dell’Ordine di San Benedetto, accoglieva tre Monaci provenienti dall’Abbazia di Subiaco ed affidava loro l’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci, assegnando ad uno di essi il ministero di parroco.

Alla comunità originaria si unirono successivamente un altro Monaco sacerdote (febbraio 2013) e un secondo Monaco (marzo 2014).



Con lettera N. 51/2013 dell’11 luglio 2013, l’Abate Presidente della Congregazione Sublacense Cassinese dichiarava all’Arcivescovo: «Le comunico la mia disponibilità a seguire e mantenere sotto la mia supervisione l’esperienza monastica cominciata presso l’Abbazia di Sant’Eutizio, in stretta relazione e collaborazione con la Sua autorità di Ordinario diocesano».

A partire dal settembre 2014, per difficoltà interne alla comunità, tre dei cinque Monaci lasciarono progressivamente Sant’Eutizio.



Essendo venuto meno il progetto di avere in Abbazia una comunità monastica, con lettera N. 15/2015, del 26 febbraio 2015, l’Abate Presidente della Congregazione Sublacense Cassinese comunicava all’Arcivescovo: «Facendo seguito al nostro ultimo colloquio telefonico e dopo aver sentito l’Abate di Subiaco e aver parlato con P. Luigi Tiana, ... tenendo presente gli avvenimenti del settembre 2014, senza voler entrare nel merito delle diverse responsabilità, ritengo opportuno concludere tale esperienza, prendendo atto anche del Suo desiderio di dare alla realtà di S. Eutizio una nuova configurazione (venuta meno la comunità monastica, occorreva provvedere con un parroco). Quindi volendo rispettare da entrambe le parti gli impegni assunti anche sotto il profilo giuridico e comporre con serenità e chiarezza la questione, credo opportuno fissare per il giorno 30 settembre 2015 la data in cui l’Abbazia verrà lasciata libera, concludendosi così il triennio dell’esperienza in atto».

Con lettera N. 6200/A/15, del 10 marzo 2015, l’Arcivescovo rispondeva all’Abate: «Pur comprendendo e rispettando la decisione, mi dispiace che quanto iniziato lassù volga al termine. Avevo infatti fortemente desiderato che Sant’Eutizio, proprio grazie ad una presenza qualificata, ritrovasse il suo ruolo di luogo di spiritualità e scuola di vita cristiana... In questo momento desidero ringraziare vivamente i Monaci - e in modo specialissimo Don Luigi Tiana - per il generoso servizio pastorale prestato alla comunità parrocchiale dell’Abbazia, con l’auspicio che quanto colà seminato in questo triennio possa portare frutti abbondanti di santità e di bene».



L’Abbazia continua normalmente la sua vita come sede della comunità parrocchiale con parroco proprio, con l’apertura regolare del Museo e con il servizio di accoglienza di pellegrini e turisti".



La versione dell'Archidiocesi sta suscitando nuove polemiche.
© RIPRODUZIONE RISERVATA