Perugia, giovane mamma muore
dopo il parto: con i suoi organi salvate tre vite

Perugia, giovane mamma muore dopo il parto: con i suoi organi salvate tre vite
di Luca Benedetti
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Venerdì 18 Aprile 2014, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 11:30
PERUGIA - Il dramma non si consuma in un attimo. Una donna di 38anni, residente in provincia di Terni, morta ieri al reparto di Rianimazione al Santa Maria della Misericordia di Perugia, due giorni dopo aver messo al mondoil primo figlio. La donna era ricovera per il parto all’ospedale di Pantalla, il nuovo presidio della Media Valle del Tevere. Il parto cesareo non avrebbe creato problemi.

Era previsto che il bimbo, che è in buone condizioni, nascesse senza il parto naturale. Una vicenda medica che stava scorrendo via come tante altre legate al parto cesareo. Fino all’improvviso malore, secondo quanto è stato possibile ricostruire, cheha ucciso, nel giro di ventiquatt’ore, la giovane mamma. Impossibile per i medici del presidio di Pantalla poter intervenire e fare di più. La donna è stata trasferita d’urgenza con una ambulanza del 118, mercoledì sera, al Santa Maria della Misericordia di Perugia. Una corsa disperata perché le condizioni della donna erano già considerate gravissime. Pantalla intervenire, ma anche impossibile fare di più. La corsa a Perugia è stata obbligata, lì c’è il reparto di Rianimazione. E quando la mamma è arrivata in Rianimazione del Santa Maria della Misericordia, i medici si sono subito accorti che le condizioni erano disperate.



Tanto che ieri pomeriggio i medici non hanno potuto fa altro che constatare la morte della donna. Inutile la corsa da un ospedale all’altro per cercare di salvare la mamma. Nonostante gli sforzi dei rianimatori dell’ex Silvestrini, non ci sono stati miglioramenti che facessero soltanto immaginare una conclusione diversa della tragica vicenda, un lampo a cui aggrapparsi per cercare di non far perdere la mamma al bimbo appena nato. Ora dopo ora il quadro clinico della donna è rimasto critico rispetto a quando era stata portata dalla corsia di Pantalla alla Rianimazione di Perugia. Nessun miglioramento. Per ore soltanto le macchine della Rianimazione hanno tenuto in vita la donna diventata mamma da poche ore. Che si è arresa quando il suo cuore non ha più retto lo choc del malore che le ha negato il sorriso del figlio. Dal riserbo che comprensibilmente avvolge l’itera vicenda, trapela che il malore che ha stroncato la vita della giovane mamma non sarebbe assolutamente legato al parto. Ipotesi che cancellerebbe ogni dubbio su qualsiasi ipotetico errore dei sanitari.



Ma tutto sarà più chiaro dopo l'autopsia, che è in corso di svolgimento in queste ore all'ospedale perugino, come i familiari avrebbero chiesto (al momento non risultato esposti nei confronti dei medici che l’hanno avuta in cura) alla struttura sanitaria di Pantalla dove la donna è stata ricoverata e ha dato alla luce il bambino nella giornata di martedì.



«Un nobile gesto è stato compiuto dai familiari - dice l'ufficio stampa dell'azienda ospedaliera in una nota ufficiale - appresa la notizia del decesso, hanno aderito al prelievo degli organi che è avvenuto con interventi chirurgici separati. Il primo è stato eseguito da un'equipe proveniente dall’ospedale Gemelli di Roma che ha effettuato il prelievo del fegato e che verrà impiantato in un paziente ricoverato presso quella struttura ospedaliera. Il secondo intervento è stato eseguito da una equipe di chirurghi della clinica Chirurgia generale del Santa Maria della Misericordia. I dottori Francesco De Santis ed Adolfo Petrina hanno proceduto al prelievo dei reni. Sempre nel corso della notte, l’equipe del prof Carlo Cagini ha effettuato il prelievo delle cornee trasferite presso la Banca degli occhi di Fabriano. La complessa attività è stata interamente coordinata dal Centro Regionale Trapianti, ed ha visto impegnate oltre 30 unita sanitarie tra medici e personale infermieristico. Questa mattina un’equipe coordinata dal dottorPaolo Baccari, direttore della clinica di Chirurgia generale , ha proceduto al trapianto dei reni su due pazienti umbri, da tempo in attesa di donazione di organi, costretti a sottoporsi a dialisi».
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