Perugia, caos parcheggi all'ospedale:
«Intrappolata con mio figlio piccolo in auto»

Perugia, caos parcheggi all'ospedale: «Intrappolata con mio figlio piccolo in auto»
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Sabato 25 Ottobre 2014, 12:59
PERUGIA - Una specie di punto di non ritorno. In cui la maleducazione e la mancanza di un minimo di senso civico giocano un ruolo negativamente decisivo. Perché in una realtà in cui quotidianamente ruotano 15mila persone qualcosa che non va ci può anche stare, ma quando è l’inciviltà a farla da padrone allora le cose cambiano. Perché non si possono “chiudere” le persone dentro le auto o non far passare un bus, o peggio ancora un disabile non può non trovare il posto che gli spetta di diritto, semplicemente perché non si vogliono fare poche centinaia di metri a piedi.



Ospedale Santa Maria della Misericordia, caos parcheggi: situazioni al limite della realtà raccontate da chi le vive dalla parte sbagliata, quella dell’utente che subisce l’ignoranza di altri utenti. Che arriva anche a denunciarla agli agenti del posto fisso di polizia dell’ospedale. Una situazione che forse potrebbe essere tenuta maggiormente sotto controllo da parte della polizia municipale, ma che riguarda soprattutto le cattive abitudini di buona parte delle persone.



L’ultima vittima di questo bruttissimo costume di parcheggiare ovunque capita, senza tenere conto nemmeno delle difficoltà dei disabili, è una donna che si è presentata infuriata e spaventata dai poliziotti: «Sono rimasta chiusa mezzora dentro la mia auto, e con me c’era un bambino piccolo, intrappolata nell’impossibilità di uscire perché chiusa dalle auto intorno. Una cosa incredibile, insopportabile». Il tempo di una telefonata. Il tempo di guardarsi intorno e rendersi conto di essere completamente bloccata. Storia di qualche giorno fa. Una tantum? Chiedere agli autisti dei bus di linea. Che quasi ogni giorno restano incastrati dalle auto parcheggiate in ogni modo e senso, costretti a suonare ripetutamente e aspettare che qualche proprietario venga a spostare le macchine e con le corse di fatto “sospese”. Ma la cosa più odiosa, senza dubbio, è quanto accade sempre più spesso lungo le aree parcheggio riservate ai disabili.



O meglio, che sarebbero riservate ai disabili dal momento che scoprire tante auto senza il tipico permesso per disabili sul cruscotto è una cosa «vergognosa» per dirla con le parole di chi ha gravi problemi di salute e in quei parcheggi vede la possibilità di arrivare nella maniera più agevole possibile in ospedale.



Un’autentica giungla, anche, di permessi scaduti o utilizzati da persone che hanno disabili in casa ma che in quel momento non trasportano disabili. «La cosa più incredibile è notare la stessa auto ferma una giornata intera o anche un giorno e una notte nello stesso posto per disabili e poi rendersi conto che per tante ore un posto è stato sottratto a chi ne ha bisogno da persone assolutamente in grado di poter parcheggiare qualche centinaio di metri più in là».



«Ho perso la moglie». La storia di quasi follia giunge da un anziano. «Ho lasciato mia moglie davanti all'ingresso dell'ospedale, poi sono andato a cercare parcheggio. Il caos è tale che sono rimasto intrappolato, e quando sono tornato dopo mezzora lei non c'era più. Si è persa». L'allarme dell'anziano è stato raccolto dagli agenti di polizia e dai dipendenti dell'ospedale, e la donna è stata ritrovata.



«Venga dottò». Ma non finisce qui. Perché negli ultimi tempi, raccontano tanti utenti e persone che lavorano in ospedale, sono capitati sul parcheggio almeno tre parcheggiatori abusivi. Un paio sono stati fatti allontanare nei giorni scorsi dagli agenti del posto fisso di polizia, ma un terzo evidentemente è rimasto è stato sorpreso mentre indicava posti liberi agli automobilisti in cambio dell'acquisto di calzini.
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