Un commercio illegale florido soprattutto nel napoletano dove la loro cattura e compravendita alimenta un vero e proprio racket. Il prezzo di un esemplare con piumaggio e canto particolarmente apprezzati può valere migliaia di euro.
Le indagini della Forestale erano iniziate a metà giugno a seguito di una precisa segnalazione effettuata da una Associazione ambientalista attiva in tutta la provincia di Perugia. Dopo alcuni sopralluoghi per individuare i luoghi dove gli animali venivano catturati ed accertato quello dove erano detenuti, alle prime luci dell’alba ha avuto inizio la perquisizione nell’abitazione di una persona nel comune di Gualdo Tadino, che ha portato alla scoperta di un vero e proprio allevamento abusivo di cardellini.
Oltre agli animali sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro anche alcune reti da uccellagione, dei richiami elettronici, un riproduttore digitale, una scheda SD contenente files audio del canto di cardellino, alcuni CD contenenti i vari richiami di cardellini e di altri volatili protetti, numerose gabbie in legno e metallo che venivano utilizzate per la detenzione dei richiami ed alcuni “archetti”. Questi legnetti vengono utilizzati per legare le femmine: il movimento della cardellina legata, attira l'attenzione dei maschio.
Il proprietario del materiale detenuto e sequestrato è stato denunciato per maltrattamento, detenzione ed uso di mezzi di caccia non consentiti, violazioni previste dal Codice penale e dalla specifica legge sulla caccia, Legge 157/92 , e rischia pesanti sanzioni penali. Gli uccelli, come previsto dalla legge, sono stati temporaneamente alloggiati presso il centro recupero rapaci di Formichella di San Venanzo (TR) gestito dal C.F.S. dove dopo un periodo di riadattamento a seguito della prigionia verranno rimessi in libertà e reintrodotti nel proprio ambiente naturale.
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