Tagliarsi la pelle con lamette o qualsiasi altro oggetto affilato, ad esempio chiodi, forbici, coltelli, fermagli, pezzi di vetro, senza avere l’intenzione di uccidersi; bruciarsi con le sigarette o marchiarsi a fuoco con laser o un ferro rovente: in italiano sono più lunghi che in inglese, e forse per questo fanno più impressione.
A colpire particolarmente duro, però, anche le cifre di una ricerca effettuata dal giornalista Mario Campanella, presidente dell’associazione Peter Pan, e Donatella Marazziti, docente di Psichiatria all’università di Pisa. Il sei per cento dei ragazzi intervistati fra scuole medie e scuole superiori attraverso un questionario ha ammesso di «tagliuzzarsi e ferirsi». Perché? «Per sentirmi meglio» rispondono in molti.
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