Strada troppo larga
Comune condannato

Un cantiere stradale
di Luca Benedetti
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Venerdì 14 Marzo 2014, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 17:19
PERUGIA - Una causa lunga tredici anni finisce con la sconfitta del Comune condannato al risarcimento dal tribunale civile di Perugia perch ha allargato una strada allargandosi un po’ troppo.

Cioè chi ha lavorato per asfaltare e sistemare la comunale San Marino-San Matteo è andato al di là dei limiti di paletti e confini. La necessità di allargare la strada è costata al Comune quasi 40mila euro. Non c’è stato verso di trovare un accordo con i proprietari del terrenomangiato. Una fetta gigante della torta, 1.947 metri quadrati più altri 831 di un’altra rata di terreno finita sotto le ruspe prima e sotto il catrame poi. Addirittura per dare una veste accettabile alla strada durante i lavori è salta anche una rete che indicava protezione e confine. Tutto mangiato dalla ruspe. La storia parte da lontano. Addirittura nel secolo scorso. E plana nel bilancio del Comune con una sberla da 40mila euro. La genesi della sfida a colpi di carte bollate è del 29 gennaio del 1981. Quando la giunta comunale di allora approvò e finanziò il progetto per la sistemazione della strada. Roba da stakanovisti visto che il 29 gennaio Perugia festeggia San Costanzo. Ma quella giunta non si è fermata davanti al torcolo, ha votato firmato e dato il via libera. La vicenda del terreno mangiato emerge 19 anni dopo quella delibera. Quando i frontisti titolari del terreno sparito sotto l’asfalto fanno causa al Comuneperché la regimazione idraulica delle acque stradali è saltata. Nel difendersi dal Comune spiegarono che nell’urgenza dei lavori per sistemare la San Marino-San Matteo «non si provvide immediatamente alla formale acquisizione delle aree necessarie al suddetto allargamento». È in quella occasione che viene contabilizzato il terrenomangiato. Si sa, la giustizia va per le lunghe, manel 2008 i proprietari del terreno diventato strada, offrono un gesto di magnanimità al Comune: «Dateci ventimila euro e chiudiamo la partita». Palazzo dei Priori esulta. L’affare sembra fatto. La burocrazia si scatena. Nel bilancio del 2008 viene previsto un capitolo con 30mila euro di spesa per l’acquisizione del pezzo di terreno diventato strada. Poi il 30 dicembre 2012 viene impegnata la cifra. Il 30 settembre dell’anno dopo la giunta autorizza il sindaco a firmare il decreto per la transazione. Il 22 novembre del 2010 il consiglio comunale vota la delibera per l’acquisizione al demanio comunale della superficie di 1.726 metri quadrati. Ma alla fine non se ne è fatto nulla. Niente accordo e il tribunale civile emette la sentenza numero 1404/2013 e condanna il Comune. Dai ventimila euro dell’accordo possibile, la spesa lievita, tra rivalutazione monetaria, spese legali, spese successive, e debito nei confronti dell’assicurazione, fino a 39.965,47 euro
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