Rogo Thyssen, la Cassazione: resta l'omicidio colposo, ma rivedere le le pene. Pucci, ad di Ast: "Come un condannato a morte graziato sul patibolo"

Marco Pucci (Foto Angelo Papa)
di Vanna Ugolini
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Giovedì 24 Aprile 2014, 23:48 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 08:49
Terni Le pene per il processo d'Appello del rogo Thyssen sono da rivedere. Cos si espressa la Cassazione a sezioni unite sulla sentenza di condanna dei manager della Thyssenkrupp per il rogo dello stabilimento di Torino in cui persero la vita sette operai nel 2007. Nella vicenda era coinvolto anche Marco Pucci, attuale ad di Ast, all'epoca responsabile del settore commerciale. La suprema corte ha quindi bocciato la sentenza di appello per quanto riguarda la formulazione delle pene, anche se resta il reato di omicidio colposo e non ha tenuto conto delle richieste del pg, che aveva chiesto la conferma delle condanne emesse in secondo grado, mentre ha parzialmente accolto le richieste degli avvocati di parte, (anche se nessuno si sbilancia, vista la complessità della sentenza che andrà valutata a freddo, sostengono i legali) che avevano chiesto un ricalcolo delle pene che erano state altissime. Per Pucci in primo grado 13 anni e in secondo 7 anni e mezzo, pene che, in caso di condanna gli avrebbero aperto le porte del carcere. Gli estremi precisi della sentenza, che è ancora in fase di lettura, si sapranno più tardi. .

E' presto per i dettagli, che nemmeno l'ad ancora sa, .ma la sua emozione è fortissima "Mi sento come un condannato a morte a cui annullano la esecuzione quando è sul patibolo. Esco da un incubo. Non conosco ancora i dettagli della sentenza e bisognerà aspettare la motivazione, ma mi sembra una cosa positiva. Andremo nel nuovo Appello con una formulazione della pena un po' diversa. Lo ripeto, esco da un incubo>.