Terni, sfida dei lavoratori Centralmotor
«Torniamo tutti a lavorare»

L'assemblea dei lavoratori Centralmotor
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Giovedì 16 Gennaio 2014, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 20:37
TERNI - Hanno deciso di sfruttare a loro vantaggio il vuoto normativo in cui sono finiti per lanciare un guanto di sfida, e creare un precedente destinato a far discutere. I lavoratori della Centralmotor ieri si sono riuniti in assemblea ed hanno deciso di mandare un telegramma ai commercialisti (uno di Terni e l'altro di Rieti) che seguono le vicende amministrative dell'ex concessionaria di auto Fiat, oggi in regime di concordato preventivo.



«Non avendo ad oggi ricevuto comunicazione circa il rapporto lavorativo, e in assenza immediata di indicazioni, riprenderemo l'attività lavorativa a partire dal 17 gennaio». Queste le poche, ma significative righe sottoscritte da una trentina di lavoratori che ieri si sono riuniti in assemblea nella sede della Cisl di Terni. I dipendenti della Centralmotor hanno così deciso di cavalcare il limbo normativo in cui sono finiti.



Dal primo gennaio non sono né licenziati né cassaintegrati. Al 31 dicembre dello scorso anno, infatti, è scaduta la cassa in deroga (per giunta con mensilità arretrate ancora da pagare), ma dal primo gennaio del 2014 nessuna nuova comunicazione è pervenuta ai dipendenti. Ed ecco allora la provocazione, «torniamo tutti a lavorare». Perché - sia chiaro per evitare alibi - di provocazione si tratta, sebbene destinata a far riflettere circa il ginepraio burocratico che avvolge gli ammortizzatori sociali.



La vertenza della Centralmotor (che tiene con il fiato sospeso cento famiglie tra Terni e Rieti) segue infatti anche un percorso per così dire più tradizionale, come spiega Angelo Manzotti della Cisl: «La vertenza è appesa ad un filo e segue due direttive. La prima quella di mantenere attivi gli ammortizzatori sociali, l'altra tesa alla ricerca di uno o più imprenditori disposti a riportare la Fiat sul territorio». Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, a giorni dovrebbe esserci la convocazione al Ministero, come conferma Manzotti: «Andremo a Roma per ratificare un accordo di cassa straordinaria concorsuale, considerando che la Centralmotor ha sedi in più regioni».



L'altra partita riguarda il tentativo di riportare la Fiat a Terni.
Una prima mossa è stata fatta nei giorni scorsi, quando una delegazioni di lavoratori insieme ai rappresentati sindacali si è incontrata con il sindaco Leo Di Girolamo, il quale si è impegnato ad allacciare un contatto con il servizio commerciale della Fiat. Insomma, qualcosa si muove, ma la vertenza è ancora in alto mare
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