Terni, nasce la piazza della movida
tra led rossi e musica elettronica

La nuova piazza dell'Olmo
di Corso Viola di Campalto
2 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Settembre 2014, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 17:26
Non poteva che partire con un aperitivo generale la nuova Piazza dell'Olmo. Ce l'hanno fatta, ma non stato

facile. Sono passati 6 anni da quando, nel 2008, per la prima volta si riunito un gruppo di giovani che avrebbe poi lavorato al progetto di riqualificazione della piazza: l'architetto Alessio Patalocco ideatore e

progettista, con la sua equipe composta da Simone Stentella, Laris Conti e Linda Conti, coadiuvato da William Petrelli, curatore del bando di finanziamento, dal geolologo Gianluca Falciatori e dai progettisti

delle strutture: l'ingegnere Laura Guerrieri e ingegnere Alessandro Vitali. Tutti sotto ai 35 anni all'epoca in cui cominciarono la progettazione.



Nella mente di Patalocco l'idea di sistemare una piazza della movida ternana, rinnovandola ma prendendo anche spunto dall'uso che se ne è fatto nel tempo. E nonostante il progetto sia stato rimaneggiato più volte, per colpa della mancanza di fondi ma anche per dei no ricevuti dal Comune (come le panchine che dovevano essere colorate) e per venire incontro alle esigenze dei locali che si affacciano sulla piazza, alla fine la sua identità iniziale l'ha mantenuta. Così l'idea è quella di tornare al passato: «Con i «focaracci» - racconta l'architetto Patalocco - che venivano accesi il giorno ell'Ascensione che saranno ricordati dal colore e dalla quantità dell'illuminazione, l'appartenenza alla città dalla costellazione del Drago, disegnata a terra dai led rosa e il collegamento ideale con Carsualae

dall'orientamento della pavimentazione, la piazza chiusa al traffico, e regalata ai pedoni che lì, sotto a quelle vele (finite sotto accusa), che si girano come un nastro agitato da una ginnasta, vorranno bere un caffè o semplicemente ripararsi dalla pioggia seduti sulle panchine».

Un'opera certamente di rottura. Così non potevano

mancare i contestatori come Michele Rossi e Francesco Bartoli e non solo. Sotto accusa soprattutto le vele nere. Che secondo l'idea originale dovevano essere però trasparenti. Un'opera originale e moderna che non può non far discutere. Anzi, sarebbe strano l'inverso.



© RIPRODUZIONE RISERVATA