Si scava con picconate “gentili”, si toglie la terra con la cazzuola e la scopa. Com’era quasi ovvio, infatti, qualcosa le benne hanno scavato e riportato alla luce. Cosa? «Non si rilasciano dichiarazioni e non provi a scattare foto», interviene lapidaria (è proprio il caso di dire) una delle due archeologhe. Ma almeno una spiegazione? «Niente spiegazioni». Sarà un segreto così importante? La gente che transita lì ogni giorno o chi vive e lavora in quella zona piena di cemento, palazzi, negozi, ed asfalto non ha diritto di sapere? E magari avrà e chiedere maggiore rispetto per quell’area? «E’ da qualche giorno che stanno lavorando con tanta circospezione - testimonia una giovane impiegata che sta in un ufficio proprio lì davanti - E c’è sempre qualcuno che si ferma ad osservare. Forse varrebbe la pena darci un’occhiata…», suggerisce.
Che potrà esserci vicino ad un monumento funebre se non delle sepolture? La buca scavata non è molto profonda, forse mezzo metro. Dalla terra, ancora compatta, che si sta togliendo centimetro per centimetro con cazzuola e scopone, sono finora emerse due file di terrecotte. Sono due file lunghe un metro e mezzo due metri di coppi, tegole arcuate di quelle che si mettevano a colmare i tetti. Parallele, sono distanti al massimo un metro l’una dall’altra. Quelle due file di coppi sono, con tutta probabilità, le “colmate” di due tombe “a cappuccina”.
La “cappuccina” era una delle più semplici sepolture Romane: il defunto veniva adagiato in terra o su una fila di tegole romane ed a copertura delle spoglie venivano poste altre tegole inclinate verso l’interno che poggiavano l’una all’altra negli spigoli superiori: praticamente come si fa quando si costruisce un “castello” con le carte da gioco. Sopra l’angolo che così si formava, venivano posti, a chiusura, i coppi. Un tipo di sepoltura molto diffuso in epoca Romana, quando era vietato inumare i morti all’interno dei centri abitati e si sceglieva, così, il ciglio delle strade fuori città.
Ovviamente la tomba era più o meno ricca in dipendenza della classe sociale di appartenenza del defunto. Due tombe quindi, ma non è escluso che la faccenda si presenti sotto un altro aspetto. Ossia che le sepolture, siano più numerose, e che in quel luogo sorgesse una vera e propria necropoli. La scoperta può contribuire a fare luce su diversi aspetti storici della zona di Narni Scalo. Intanto, dato che spesso i coppi di chiusura sella “cappuccina” affioravano al livello della sede stradale, è probabile che a poca distanza da quelle due tombe affiori l’antica sede stradale della consolare Flaminia. E quello è il tracciato originario, il diverticolo occidentale della Flaminia in Umbria, costruito all’epoca del console Caio Flaminio, nel terzo secolo avanti Cristo.
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