Terni, per le polveri dell'Ast a Prisciano
il gip ipotizza il “disastro ambientale”

Terni, ragazzo scrive sull'auto piena di polvere a Prisciano
di Dante Ciliani
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Mercoledì 17 Dicembre 2014, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 19:42
Terni - Ipotizza anche il reato di “disastro ambientale” il gip Maurizio Santoloci nel merito della vicenda delle cosidette “polveri di Prisciano”. Tale pronunciamento arriva a seguito di un'ordinanza emessa dal giudice, noto per la sua vasta esperienza in campo ambientale, in accoglimento dell'opposizione a richiesta di archiviazione da parte del Pm, presentata da 51 residenti della zona a ridosso dello stabilimento Ast che reclamavano il risarcimento per i danni subiti dagli effetti delle lavorazioni dell'acciaieria. Polveri che danneggiavano auto, orti distrutti dai residui lasciati nell'aria e finiti sul terreno e così via. Gli abitanti in questione, non è il primo caso negli anni e in passato ci sono stati risarcimenti da parte dell'azienda ma anche archiviazioni da parte della magistratura, sono rappresentati dai legali dello studio di Loris Mattrella: gli avvocati Federica Sabbatucci, Francesca Carcascio e Antonella Dello Stritto.



La vicenda è stata sollevata con esposto nel giugno del 2013 e sono stati citati e sentiti decine di testimoni. Il Pm Raffaele Pesiri aveva richiesto l'archiviazione dell'esposto dei residenti ritenendo non sussistessero le condizioni per l'applicazione dell'articolo 674 del codice penale (getto di sostanze o cose pericolose) anche per la presenza contestuale delle autorizzazioni amministrative rilasciate all'acciaieria, in particolare l'Aia (autorizzazione integrale ambientale).



Il gip Santoloci, ritenendo che «nel caso in specie non si può ignorare e negare che un fenomeno di inquinamento ambientale palese ed evidente e fotograficamente più volte documentato dai cittadini in tutta l'area interessata» possa liquidarsi con una multa come se si trattasse di banale questione condominiale. Quindi l'indicazione a dover «procedere con ulteriori accertamenti», invitando «ad ipotizzare in via embrionale e potenziale anche il reato di cui all'articolo 434 del codice penale». Il gip dispone anche una serie di indagini ed approfondimenti di carattere epidemiologico, storico e ambientale ed individua tra i reati anche quello della gestione non regolare dei rifiuti da parte dello stabilimento.
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