Terni, i tesori delle terme di Carsulae
non trovano casa e volano a Perugia

Terni, i tesori delle terme di Carsulae non trovano casa e volano a Perugia
di Lucilla Piccioni
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Domenica 13 Luglio 2014, 21:05 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 12:40
TERNI - Solo qualche metro sotto ai piedi, sotto alla strada battuta ancora nascosto un mondo elegante e raffinato. Basta scavare solo un pò ed emergono reperti stupefacenti. Stavolta sta tornando alla luce un prezioso mosaico di tessere rosa su fondo bianco. E' lungo almeno due metri.



Le figure non sono ancora leggibili perché sono ricoperte da una spessa patina, dalle concrezioni di calcio, che i secoli ci hanno depositato sopra. Ed anche se faticano ad ammetterlo gli archeologici, che stanno portando avanti lo scavo alle terme, sono convinti che si tratti del mosaico rosa su fondo bianco che raffigura mostri marini di cui parla in una lettera inviata al Papa nel 1783 il cardinale Ferrara.



Evidentemente in quel tempo le terme erano ancora visibili, o perlomeno ce ne era il ricordo. Per essere certi che si tratti proprio di quel mosaico, a cui fa riferimento il cardinale, bisognerà ripulire le tessere ma comunque stiano le cose, gli scavi portati avanti dalla squadra capitanata dall'americana Jane Whitehead della Valdosta State University, stanno facendo emergere terme importanti finemente decorate, con cinque grandi fornaci per riscaldare l'acqua e gli ambienti.



«Le terme erano all'interno dell'area sacra e pensiamo che avessero una funzione particolare: curativa. Probabilmente erano riservate alle donne perché tutto quello che abbiamo trovato fino ad ora è riferibile amonili ed oggetti femminili», spiega la direttrice degli scavi. Sono venuti fuori dal terreno fermagli per capelli in osso, monete, tanti frammenti di vetro che dovevano appartenere a porta unguenti e profumi. Sono di fattura elegante, raffinata verdi e blu chiaro. Proprio in questa settimana è emerso un braccio in miniatura, probabilmente un oggetto votivo in bronzo. Gli scavi, sotto la super visione della Soprintendenza per i beni Archeologici dell'Umbria sono portati avanti dai volontari dell' università americana «Valdosta State University» e supportati dall'Associazione Valorizzazione del Patrimonio Storico San Gemini e del Comune di San Gemini.



E' il nono anno consecutivo che si lavora nell'area delle terme, che si porta alla luce una gran quantità di materiale: non solo monili e monete ma anche frammenti di lapidi, iscrizioni, parti architettoniche di quella che doveva essere la struttura delle terme. Ed ora il problema è dove mettere tutti i reperti.



«A Carsulae non c'è posto, la costruzione che è stata fatta da poco non è sufficiente ad accogliere quello che è emerso, la Soprintendenza ha detto che si troverà una giusta collocazione a Perugia ma noi finché lavoriamo qui abbiamo bisogno di avere tutto sotto mano per ricomporre parti mancanti che man mano si possono ritrovare», sottolinea Jane Whitehead.



Tra una settimana, una volta terminata la campagna di scavo portata avanti dall'Università americana, tutto sarà coperto e sigillato. Grandi teli bianchi proteggeranno dalle intemperie i resti antichi. Non ci sono i soldi per mettere in sicurezza lo scavo e così nessuno potrà vedere fino all'anno prossimo, quando torneranno gli americani, quello che è emerso dalle terme diCarsulae.
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