Adotta un festival
pagherai meno tasse

Dario Franceschini, Carla Fendi e Giorgio Ferrara
di Italo Carmignani
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Venerdì 18 Aprile 2014, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 22:39
SPOLETO - Nell'elegante e vellutato autogrill delle offerte culturali, arriva quella specialissima. Il lancio, sempre colto e raffinato, fa cos: chiunque compia un atto di liberalit in favore del patrimonio avr forti incentivi fiscali.

Brutalmente, le liberalità non sono altro che le donazioni, e gli incentivi fiscali, sconti sulle tasse. Parole del ministro alla Cultura Franceschini, arrivate durante la presentazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. E musica, si spera, per una buona parte della classe imprenditoriale, soprattutto quella meno illuminata. Perché all'appello per investire nelle grandi (ma anche medie) iniziative, che sia un concerto oppure il recupero di un'opera, manca proprio quel tessuto sano delle aziende legate agli indotti turistici e al territorio. Franceschini l'ha detto, appena fatta la legge, telefonerà subito alle aziende per chiedere un aiuto utile a salvare le nostre bellezze. In cambio, meno imposte, ossia un motivetto facilissimo da capire. Ma il ministro ha aggiunto anche due passaggi importanti. Primo, camminiamo sopra un tappeto di pepite d'oro e non lo sappiamo. Come dire, non solo ci sono da pagare meno imposte se si investe nella cultura, ma c'è anche da guadagnare. Secondo, le pepite d'oro non le vede neanche la politica. La consapevolezza non è di un oste di Cavalabreccia, bensì di un dirigente del Pd, un partito (ancora) politico. Rispetto alla prima (i ricavi), basta ricordare l'intuizione di Carla Fendi e del milione di euro speso per restaurare il Teatro Caio Melisso e del ritorno d'immagine alla sua casa di moda, più di mille Caroselli. Quindi gli imprenditori Monini: al Due Mondi sostengono il settore della danza, ma hanno anche investito per conservare la memoria della manifestazione e del suo fondatore Gian Carlo Menotti trasformando la casa in Piazza del Duomo in centro culturale. Palcoscenico per attori, quanto per il loro prodotto. Elementare, ma vero. Rispetto alla seconda (i politici) fa male una notizia: proprio ieri, una sempre troppo timida Confindustria ricordava quanto l'Umbria sia indietro per l'Expo di Milano, occasione unica per la regione cui è cara la terra. Certo, c'è da fare, non solo calcolare le opportunità elettorali. Ma non è vero che il lavoro nobiliti solo l'uomo. Anche il politico.
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