Prende carta e penna (e probabilmente un ottimo avvocato) e scrive al direttore generale della Usl Giuseppe Legato, al direttore amministrativo Domenico Barzotti e al presidente della commissione, l’ingegnere Giuseppe Bernicchi. Spiegando in sette punti perché la delibera 416/2015 sull’“Approvazione lavori espletamento e graduatoria finale pubblico concorso” vada annullata. Argomenti della prova scritta «assenti tra quelli previsti dal bando di concorso», valutazioni dei titoli dei concorrenti contestate e soprattutto quella prova d’inglese (o francese) che sarebbe stata verbalizzata anche se non svolta. Prova che avrebbe richiesto un’integrazione (che non c’è stata) dei componenti della commissione «per l’accertamento della conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche e della lingua straniera».
Accuse pesanti che il presidente della commissione ha rigettato rispondendo con uguale puntualità: nessuna violazione e concorso svolto con la massima correttezza. La prova di inglese? «La commissione nella sua autonomia non ha ritenuto che tale verifica fosse determinante e/o potesse aggiungere altri significativi elementi di valutazione, considerando ampiamente sufficienti - ai fini della valutazione medesima dei candidati - le risposte ai quesiti di ordine tecnico e specificatamente attinenti al profilo professionale messo a concorso, contenuti nelle prove predisposte». Finito così? Macché.
Il candidato sconfitto ma mai prono ribatte ancora e il presidente risponde. Un carteggio più lungo di tutte le prove d’esame e pubblico sul sito della Usl Umbria 1 come allegato alla delibera 707 a firma del direttore generale che riapre il concorso pubblico, ma solo a chi ha superato la prova orale. Con la benedizione dell’ufficio Affari legali e del contenzioso per questo «riesame dell’iter concorsuale». Insomma, commissione richiamata alla cattedra, vincitore che torna nel limbo dei probabili e concorrenti di nuovo a studiare la pronuncia delle istruzioni made in England.
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