Corte dei conti in Regione
Il ritorno del grande inquisitore

Corte dei conti in Regione Il ritorno del grande inquisitore
di Italo Carmignani
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Lunedì 3 Giugno 2013, 21:55 - Ultimo aggiornamento: 23:43
PERUGIA - Con passo silenzioso, ma fermo, l’aristocrazia contabile tornata a riaffacciarsi sopra i costi della politica umbra con gli occhi attenti di un suo figlio prediletto, Salvatore Sfrecola.



Già procuratore capo della Corte (sezione umbra), è stato il primo a contare i bastoncini messi in fila nei bilanci delle amministrazioni, sempre lui a segnalare e punire i lavori stradali «non realizzati - sue parole - ad arte», che se facesse un giretto per le città ora avrebbe da lavorare per tre generazioni. Dalla sua sala di regia romana, Sfrecola ha invitato i suoi colleghi locali a investigare nei rimborsi dei gruppi politici regionali. E loro l’hanno fatto con lo scrupolo dovizioso di chi conta gli spilli scoprendo per ora sfraceli di spiccioli, pochi ma sicuri, in tutto l’arco partitico dal Pd all’Idv (compreso).

Conoscendo Sfrecola, tanto ardore verrà riservato anche ad altri sprechi di cui l’Umbria non può andare fiera. Tanto per restare sempre in Regione si segnala da solo il caso di Sviluppumbria, la finanziaria regionale, di cui da tempo viene sostenuta una vaga inutilità a fronte di una utilissima spesa. L’ultimo capolavoro è stato il cambio di timone alla direzione, costato (euro più, euro meno) circa ottocentomila euro di primo acchito. Perché non si poteva affrontare una battaglia di economia e spiegare che far uscire il direttore Bottacchiari (un folle contratto a tempo indeterminato con 300mila euro di buona uscita) per infilare Agostini (altro pazzo contratto a tempo indeterminato da 162mila euro l’anno, 13mila euro al mese) appena uscito dal parlamento con almeno tre legislature piene, era spreco puro. È bastato un «buh!» di Agostini perché si realizzasse e noi (contribuenti) pagassimo il più caro avvicendamento della storia pubblica. Davvero c’era solo una soluzione cortigiana?

E ancora: perché quando le cinque Comunità Montane finalmente intonavano l’ultimo canto e confluivano in una unica agenzia umbra hanno assunto di colpo 60 persone? Portavano i mobili del trasloco? E perché non guardare nelle scatole di Umbria Mobilità in cui si parla di un terrazzo (balcone è riduttivo) d’esposizione da 500 milioni? Chi la pagherà? Sfrecola ci guarderà in quei bilanci, siamo sicuri. Se ancora ha più a cuore i conti delle corti.
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