Spari a pescheria e pasticceria:
sette arresti, sequestrata nota attivitá

Spari a pescheria e pasticceria: sette arresti, sequestrata nota attivitá
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Martedì 1 Aprile 2014, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 13:23

PERUGIA - Blitz all'alba dei carabinieri del Comando provinciale e del Ros: eseguiti cinque provvedimenti cautelari personali a carico di un gruppo criminale composto da soggetti ritenuti gli autori di spari danneggiamenti ai fini estorsivi commessi ai danni di due attivit commerciali a Ponte Felcino e Ponte Valleceppi nelle settimane passate.

Colpi con lo stesso fucile alle vetrine di una pescheria a Ponte Felcino lo scorso 6 febbraio e, il 25 marzo, a una pasticceria di Ponte Valleceppi: per i quali i carabinieri hanno arrestato Antonio Procopio, ritenuto l'autore dei danneggiamenti. Stesso provvedimento per Benedetta Lucaroni, gestore di un ristorante all'interno di una nota struttura con piscine e campi di calcetto proprio in zona Ponte Felcino, che è stato sequestrato.

Gli investigatori ritengono che la donna fosse legata sentimentalmente e in affari a Procopio, nonchè «compartecipe» delle sue attività illecite. Tra cui quella di spacciare banconote false. Nel corso dell'operazione i carabinieri del comando provinciale di Perugia e quelli del Ros hanno eseguito anche tre fermi e due arresti in flagranza.

Dopo il primo episodio i carabinieri scoprono che l'affittuaria del ristornate di proprietà del titolare del primo negozio colpito, non paga l'affitto da due mesi. L'informazione viene subito approfondita, anche perchè il proprietario della pescheria dice di aver sollecitato più volte il pagamento e di avere dei contrasti con l'affittuaria del locale perchè il contratto stipulato prevedea una polizza assicurativa di 150mila euro, mentre invece lei ne aveva accesa una da dieci mila euro. Intanto, i riscontri tecnici fanno emergere che la notte dello sparo, avvenuto all'incirca alle 21.10, un Renault Express furgonato bianco - ripreso dalle telecamere di atri esercizi commerciali - passa nella zona a fari spenti. Quando poi i militari vedono lo stesso furgone in uso ai gestori del ristorante, non restano molti dubbi sulla paternità del primo gesto criminale.

Il fucile usato per sparare. Recuperato anche un fucile da caccia Beretta calibro 22 con canne e calcio tagliati, nonchè matricola abrasa, che era nascosto in un campo. I carabinieri ipotizzano che si tratti dell'arma usata per i danneggiamenti. Per questo sarà ora inviata al Ris per gli accertamenti balistici.

Gli altri fermi. In esecuzione dell'ordinanza cautelare emessa dal gip Alberto Avenoso, oltre ottanta militari, oltre ad effettuare numerose perquisizioni, hanno anche arrestato in flagranza altri due uomini e fermato altri tre per cui la procura ha disposto il fermo. Si tratta di Mirko Angelini, perugino incensurato classe '87, a cui viene contestata la detenzione di un altro fucile da caccia rubato, sempre con la matricola abrasa e le canne mozze. Diego Mangialasche, incensurato del 75 beccato con dodici grammi di cocaina, e ritenuto affiliato al gruppo criminale cui fa capo Procopio. In carcere anche Lerose Salvatore, nipote del Procopio, di appena 20 anni, il bulgaro Kasimir Krumor, che secondo l'ndagine ha aiutato nel trasporto, nella detenzione e nell'occultamento delle armi rubate, e Basha Bilbil, albanese del '72, ritenuto autore dei furti in cui sono stati rubati i fucili.

Allarme criminalità. Il tenente colonnello Rubino Tomassetti, comandante del reparto analisi del Ros di Roma (presente in conferenza stampa a fianco del comandante provinciale Cuneo, del tenente colonnello Pierugo Todini, del capitano del Ros di Perugia Goffredo Rossi e del luogotenente Martinelli, comandante della stazione di Ponte San Giovanni) ritiene come al di là dei fatti specifici ci si trovi davanti a «modalità tipiche della criminalità organizzata. Per ora si tratta di episodi di ritorsione, ma sono pericolosi perché possono essere il presupposto utilizzato dalle organizzazioni per entrare in attività economiche importanti. Le indagini dunque proseguiranno approfondendo la posizione di alcuni soggetti e incrociando dati anche con situazioni già successo in Umbria per capire se ci sono in atto possibili infiltrazioni».

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