Cinghiate tra bande in via Sicilia
Rissa nel bar. I residenti: «Chiudetelo»

Cinghiate tra bande in via Sicilia Rissa nel bar. I residenti: «Chiudetelo»
di Michele Milletti
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Lunedì 3 Giugno 2013, 22:05 - Ultimo aggiornamento: 23:41
PERUGIA - L’argomento vecchio nel senso di gi noto e conosciuto. Ma sempre nuovo in quanto a paura, disturbo e relativa esasperazione successiva al ripetersi di situazioni che non piacciono. Non possono piacere.

Via Sicilia, fine settimana appena concluso. Qualche giorno prima, i controlli amministrativi della questura. Domenica notte, la rissa. L’ennesima maxi rissa a base di cinghiate e bottigliate, con un locale ancora tirato in ballo. Possono essere i gestori responsabili delle risse fra balordi che affollano la stazione? Spesso divisi in bande ed etnie rivali per il controllo del territorio, soprattutto quello delle vie dello spaccio? Teoricamente no, o almeno non completamente. Nel senso che se le occhiatacce, le offese e le prime scazzottate iniziano nel locale (che come altri in zona Fontivegge sarebbe ufficialmente registrato come circolo culturale) poi finiscono fuori. Con tanto di urla e vetri spaccati, nell’altrettanto solito corredo di muri usati come vespasiani, gente che si affaccia alle finestre spaventata e arrabbiata e portieri che cercano di riportare la calma mentre chiamano le forze dell’ordine. Carabinieri e polizia, visto il numero dei partecipanti secondo le chiamate della gente, hanno deciso di intervenire insieme. I balordi hanno avuto qualche minuto per scappare, ma la caccia è in corso cercando anche di sfruttare i filmati di qualche telecamera nella zona.

La rabbia della gente. Perché, dicono, «quel locale di balordi ne raccoglie tanti. Troppi». Perché, ancora, «ignorano o non rispettano gli orari di chiusura e di mescita dell’alcol». E allora, «se in una zona come questa, dove di gentaglia in giro semplicemente ce n’è, offri da bere e locale aperto fino a notte fonda, è quasi inevitabile che si radunino balordi in grande quantità e che ci scappino risse, botte o disturbo al nostro diritto di riposare» dicono ancora i residenti.

Chi ci mette nome e cognome in rappresentanza di tutti è il consigliere comunale Emanuele Prisco. «Stessa storia, stesso posto, stesso bar, diceva una canzone. La realtà è seria e richiede interventi decisi. Inutile girarci intorno, bisogna chiudere quel locale».

«Ho rispetto delle Istituzioni e delle regole – aggiunge Prisco – ma credo che il sindaco debba portare anche all’attenzione della questura e della prefettura l’ipotesi di chiudere questa attività. L’intera area del Bellocchio è da tempo interessata da fenomeni di degrado che hanno spinto prima i residenti a farsi carico di garantire la vivibilità dell’area mediante servizi di vigilanza privata e poi l’Amministrazione comunale ad attivare anche un servizio di videosorveglianza. Credo sia sufficiente vedere le telecamere comunali poste proprio lì davanti per maturare un naturale convincimento. Chiedo infine al sindaco: le ordinanze sugli alcolici e l’uso di contenitori metallici che sono in vigore anche in quest’area, che fine hanno fatto?».


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