Da qualche mese è stata messa in vendita la sede perugina al primo piano di piazza della Repubblica. Già del partito comunista, quando i tesserati si chiamavano Macaluso, Ingrao, Berlinguer, tutti politici in grado di sapere sempre esattamente cosa stessero dicendo, l'appartamento su tre piani con vista su corso Vannucci viene valutato circa due milioni. L'unico offerente sicuro, un coiffeur di grido da poco insediato accanto alle pareti in cui si è scritta, rovinata, esaltata e comunque decisa la storia politica umbra, ha praticamente dimezzato la valutazione. Il gioco al ribasso è facile, dalle casse del Pd nazionale arriva più pochissimo, le donazioni si sono sciolte nel catino della crisi e, nonostante ne fosse convinto, l'ex Pci non ha più neanche una banca. Giacomo Leonelli, attuale segretario regionale, pare abbia tentato una mediazione, ma nonostante la sua esperienza in economia di scala a pioli, l'intervento non ha sortito gli effetti sperati. Il coiffeur, esperto di make up, facelift, fringe, shortcut e zimaldin, ha intenzione di trasformare la sede austera e rigorosa in cui la lotta operaia, le gioie, i veleni e i merletti si sono consumati inesorabili sotto la falcemartello, in un centro estetico. E il suo tirare sul prezzo l'ha spiegato così: solo per ripulire mura e pavimenti, serviranno almeno centomila euro. Secondo lui serve una squadra speciale per rimuovere i sedimenti spirituali accumulati negli anni. La consapevolezza ectoplasmatica è stata scoperta quando, togliendo un quadro di Pajetta, sotto è apparsa la sua sindone. Ma i mostri sacri sono pochi e la trattativa sul prezzo si fermerà alla certezza che sia molto più facile far uscire dalla sede la storia recente e leggera del partito. Basterà agitare prima dell'uso.
Buoni propositi. Perugia, il Pd
e la sindone di Pajetta
di Italo Carmignani
2 Minuti di Lettura
Domenica 21 Dicembre 2014, 23:29 - Ultimo aggiornamento: 23:56
PERUGIA - Sbaglia chi ritiene il Pd una formazione politica immobile.
Da qualche mese è stata messa in vendita la sede perugina al primo piano di piazza della Repubblica. Già del partito comunista, quando i tesserati si chiamavano Macaluso, Ingrao, Berlinguer, tutti politici in grado di sapere sempre esattamente cosa stessero dicendo, l'appartamento su tre piani con vista su corso Vannucci viene valutato circa due milioni. L'unico offerente sicuro, un coiffeur di grido da poco insediato accanto alle pareti in cui si è scritta, rovinata, esaltata e comunque decisa la storia politica umbra, ha praticamente dimezzato la valutazione. Il gioco al ribasso è facile, dalle casse del Pd nazionale arriva più pochissimo, le donazioni si sono sciolte nel catino della crisi e, nonostante ne fosse convinto, l'ex Pci non ha più neanche una banca. Giacomo Leonelli, attuale segretario regionale, pare abbia tentato una mediazione, ma nonostante la sua esperienza in economia di scala a pioli, l'intervento non ha sortito gli effetti sperati. Il coiffeur, esperto di make up, facelift, fringe, shortcut e zimaldin, ha intenzione di trasformare la sede austera e rigorosa in cui la lotta operaia, le gioie, i veleni e i merletti si sono consumati inesorabili sotto la falcemartello, in un centro estetico. E il suo tirare sul prezzo l'ha spiegato così: solo per ripulire mura e pavimenti, serviranno almeno centomila euro. Secondo lui serve una squadra speciale per rimuovere i sedimenti spirituali accumulati negli anni. La consapevolezza ectoplasmatica è stata scoperta quando, togliendo un quadro di Pajetta, sotto è apparsa la sua sindone. Ma i mostri sacri sono pochi e la trattativa sul prezzo si fermerà alla certezza che sia molto più facile far uscire dalla sede la storia recente e leggera del partito. Basterà agitare prima dell'uso.
Da qualche mese è stata messa in vendita la sede perugina al primo piano di piazza della Repubblica. Già del partito comunista, quando i tesserati si chiamavano Macaluso, Ingrao, Berlinguer, tutti politici in grado di sapere sempre esattamente cosa stessero dicendo, l'appartamento su tre piani con vista su corso Vannucci viene valutato circa due milioni. L'unico offerente sicuro, un coiffeur di grido da poco insediato accanto alle pareti in cui si è scritta, rovinata, esaltata e comunque decisa la storia politica umbra, ha praticamente dimezzato la valutazione. Il gioco al ribasso è facile, dalle casse del Pd nazionale arriva più pochissimo, le donazioni si sono sciolte nel catino della crisi e, nonostante ne fosse convinto, l'ex Pci non ha più neanche una banca. Giacomo Leonelli, attuale segretario regionale, pare abbia tentato una mediazione, ma nonostante la sua esperienza in economia di scala a pioli, l'intervento non ha sortito gli effetti sperati. Il coiffeur, esperto di make up, facelift, fringe, shortcut e zimaldin, ha intenzione di trasformare la sede austera e rigorosa in cui la lotta operaia, le gioie, i veleni e i merletti si sono consumati inesorabili sotto la falcemartello, in un centro estetico. E il suo tirare sul prezzo l'ha spiegato così: solo per ripulire mura e pavimenti, serviranno almeno centomila euro. Secondo lui serve una squadra speciale per rimuovere i sedimenti spirituali accumulati negli anni. La consapevolezza ectoplasmatica è stata scoperta quando, togliendo un quadro di Pajetta, sotto è apparsa la sua sindone. Ma i mostri sacri sono pochi e la trattativa sul prezzo si fermerà alla certezza che sia molto più facile far uscire dalla sede la storia recente e leggera del partito. Basterà agitare prima dell'uso.