«Apri la cassaforte o sparo».
Perugia: terrore nelle case, presa banda

«Apri la cassaforte o sparo». Perugia: terrore nelle case, presa banda
2 Minuti di Lettura
Martedì 30 Giugno 2015, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 13:32
PERUGIA - «Bastardo, apri la cassaforte o ti sparo». Le parole del terrore: quello causato da una banda di rapinatori in zona Mugnano, due su tre fermati dalla squadra mobile.



«Rapinatori in trasferta» dalla zona del Casertano, nella definizione della polizia, i due albanesi, uno di 23 anni e l'altro di 26, arrestati (un terzo è ricercato) dalla squadra mobile della questura di Perugia, per il furto di un orologio in un appartamento di Mugnano e per una rapina in un'abitazione attigua: qui avrebbero minacciato con una pistola e schiaffeggiato un uomo, al quale sono state portate via due auto, 300 euro in contanti e le fedi nuziali.



Il basista dei due colpi - è stato riferito dal vicequestore Marco Chiacchiera - sarebbe stato l'albanese di 26 anni, agli arresti domiciliari nelle vicinanze dei due appartamenti dove sono stati portati a termine il furto e la rapina. Il 26enne, dopo essersi strappato il braccialetto elettronico per compiere i due colpi, si era poi allontanato ed era stato intercettato, in autostrada a Frosinone, dalla polizia stradale, che nel frattempo aveva individuato una delle due auto rubate: l'albanese aveva abbandonato l'auto, riuscendo a fuggire a piedi per i campi. In compenso la polstrada, in quella circostanza, aveva identificato un terzo complice, ora - come detto - ricercato, il quale viaggiava a bordo di un'altra auto. Attraverso l'analisi dei tabulati telefonici e delle celle, gli investigatori sono risaliti anche al 23enne.



«Utilizzavano varie sim-card - ha spiegato Chiacchiera - perciò abbiamo monitorato le chiamate della fidanzata di uno degli indagati». Per arrivare all'arresto dei due albanesi, è risultata «determinante» - è stato detto nella conferenza stampa - la collaborazione fornita dagli agenti della sezione distaccata della mobile di Casal di Principe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA