Amanda e il mistero
della cassetta sexi

Amanda e il mistero della cassetta sexi
di Italo Carmignani e Egle Priolo
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Sabato 28 Marzo 2015, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 11:23
PERUGIA L'America puritana. L'America delle firme e delle campagne a favore dell'innocenza della sua figlia maltrattata in Italia.

L'America dell'intervento di Hillary Clinton e già restia a voler parlare di estradizione. Ma gli Stati uniti, in realtà, si sono divisi tempo fa sulla figura di Amanda Marie Knox da Seattle. Perché mentre la politica addirittura minacciava la rottura di gemellaggi con Perugia, qualcuno dall'altra parte dell'oceano infilava una cassetta digitale in una busta insieme a una lettera. «Amanda's not an angel. This is the truth». Amanda non è un angelo. Questa è la verità.

Un attacco in piena regola alla figlia americana, vittima di un sistema giudiziario incomprensibile e di uomini di Stato che la volevano burattinaia e assassina. Un attacco con la forma di una cassetta in una busta imbottita, indirizzata insieme a una lettera al veleno alla procura di Perugia. Un attacco arrivato direttamente sul tavolo del procuratore capo Giacomo Fumu nel bel mezzo dei processi ai due ex fidanzatini accusati di essere freddi assassini.



Fumu e la sua squadra (i pm del primo grado erano Giuliano Mignini e Manuela Comodi) hanno infilato quella cassetta in una registratore e sono rimasti di stucco. Sul video del televisore in via Fiorenzo di Lorenzo hanno iniziato a scorrere le immagini di un'orgia: sesso spinto, ma soprattutto estremamente violento. La protagonista? Una ragazza bionda con gli occhi azzurri. Sguardo furbo. Disinibito. Dimentico di qualsiasi pruderie. Da dominatrice.

«È Amanda», dice senza dubbi la lettera anonima partita dalla sua patria. Un'accusa su cui la procura ha dovuto lavorare: il sesso estremo e la violenza di quelle immagini avrebbero potuto rendere ancora più solido l'impianto accusatorio. E quella ragazza bionda e provocante è davvero maledettamente uguale ad Amanda Knox.

In campo, a studiare quelle inquadrature, sono arrivati gli esperti: lente di ingrandimento su zigomi, misure, movenze. A incrociare quelle immagini con le mossette di Amanda, i suoi sorrisi, i suoi pianti, i suoi sguardi a Raffaele. E alla fine gli esperti hanno detto no. No, quella Venere in pelliccia non è la Knox. È maledettamente uguale alla studentessa americana, ma non è lei.

Una sosia. Solo una sosia. Utilizzata da chi non ha creduto all'innocenza di Amanda e ha provato a farla soccombere con il fuoco amico.