Truffa con i soldi dei clienti
Avvocato nei guai per 400mila euro

Truffa con i soldi dei clienti Avvocato nei guai per 400mila euro
di L.Ben.
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Mercoledì 5 Giugno 2013, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 23:39
FOLIGNO - Truffa, falsit materiale, patrocinio o consulenza infedele, falsit in foglio firmato in bianco. Sono le ipotesi di reato per le quali risulta indagato dalla procura della Repubblica di Perugia un avvocato che ha lo studio a Foligno ma proveniente da fuori regione e quindi di un altro Foro.

Ieri mattina gli investigatori della polizia giudiziaria presso il tribunale, aliquota carabinieri, hanno perquisito lo studio del professionista e proceduto al sequestro di alcuni conti correnti.

A Foligno era presente anche il pm che segue l’indagine, Angela Maria Avila, e un rappresentante (come prassi quando c’è un legale indagato) dell’Ordine degli avvocati. La procura contesta all’avvocato l’ipotesi di truffa per essersi procurato un ingiusto profitto, quantificato in oltre 100mila euro tra denaro e titoli, in danno dei soci di una ditta. Quei soldi sarebbero serviti a sbloccare la posizione creditoria vantata nei confronti di un’altra ditta nel frattempo fallita, ricevendo in tal modo la somma di quasi 250mila euro. Quella somma, in base a quanto contestato dalla procura, l’avvocato finito sotto inchiesta l’avrebbe indicata come pronta per essere liquidata e per confermarlo avrebbe esibito falsi documenti con l’intestazione del «Tribunale di Perugia». Al professionista viene anche contestata la falsità materiale per commettere una truffa visto che l’indagato avrebbe formato falsi documenti con intestazione «Tribunale di Perugia» e false attestazioni di «deposito» e di «copia conforme all’originale» della Cancelleria del Tribunale di Perugia. A ciò si aggiunge l’ulteriore ipotesi di reato di patrocinio o consulenza infedele in quanto l’avvocato si sarebbe reso infedele ai suoi doveri professionali, arrecando un danno agli assistiti. Una seconda ipotesi di truffa viene contestata all’indagato per somme complessive che superano i 300mila euro sborsati da un lavoratore per una causa che aveva come oggetto l’impugnazione del licenziamento da parte dell’azienda per la quale lavorava. Le contestazioni della Procura si chiudono con la falsità per il foglio firmato in bianco. Secondo l’accusa, tutta da dimostrare, l’avvocato avrebbe abusato dei fogli che in più occasioni si faceva firmare in bianco dall’assistito per la causa di lavoro. Fogli dei quali aveva il possesso, stando sempre alla contestazione, per un titolo che importava l’obbligo o comunque la facoltà di riempirlo, in particolare per il mandato alle liti per presentare il ricorso o comunque per atti da depositare nell’ambito di tale causa di lavoro, vi scriveva o vi faceva scrivere, su carta intestata, un «conferimento incarico professionale» dal diverso contenuto rispetto a quanto concordato dalle parti.


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