Fiammetta Modena: «Regione, facciamo
insieme la riforma del doppio turno»

Fiammetta Modena
di Marco Brunacci
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Venerdì 19 Settembre 2014, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 13:23
PERUGIA - Dica un buon motivo perch il Pd, di gran lunga il primo partito da sempre vincitore in Umbria, dovrebbe fare insieme a Forza Italia e al centrodestra la riforma

della legge elettorale introducendo il doppio turno.

«Perché fa bene alla democrazia e all'Umbria. Ma

fa bene anche al centrosinistra. Ci riflettanno nel Pd:

l'insistere nel non voler modificare nel senso del

doppio turno, che è il nocciolo della riforma a livello

nazionale, la legge elettorale umbra è una dimostrazione di debolezza. Il messaggio che mandano è questo: “dopo quello che è successo a Perugia e a Spoleto abbiamo paura di essere sconfitti, vogliamo tenere il turno unico che ci avvantaggia”. E questo li rende più vulnerabili. Così possono davvero perdere anche con la formula del turno elettorale secco», risponde Fiammetta

Modena, leader di Forza Italia, candidata alle ultime

elezioni contro la Marini, la quale scende in campo per proporre alla maggioranza un percorso comune sulle riforme in consiglio regionale.



Non trova che la contendibilità di una regione,

garantita dal doppio turno, sia anche un aiuto alle

coalizioni per dotarsi di un programma di governo

concreto, forte, condiviso, facile da comprendere per

gli elettori, all'altezza della grave crisi in atto,

applicabile già il giorno dopo della costituzione del

governo regionale? Insomma: sia un un antidoto

all'”intanto vinciamo e poi tiriamo a campare” che può uccidere l'Umbria?

«Certo. E i vantaggi ci sono sia per il centrosinistra

come per il centrodestra. Entrambi gli schieramenti

devono chiarirsi prima al loro interno e poi mostrarsi

agli elettori».

Diciamoci però un'altra verità, su queste pagine da mesi si indica il doppio turno come una svolta riformatrice e innovativa per l'Umbria ma il centrodestra non era apparso finora così entusiasta.

«Qui sbaglia. Noi eravamo convinti ma dall'altra parte, nella maggioranza, non sembrava ci fosse alcuno spiraglio. Ora sembra diverso. Cos'è successo? Suggerisco due ordini di motivi: l'esperienza della Toscana e la convinzione, sempre più diffusa a livello nazionale, che il doppio turno sia un antidoto agli accordi nelle segrete stanze, ed è quello che chiedono gli elettori».



Cos'ha di speciale l'esperienza della Toscana?

«Non sfugge che la Toscana in questo momento non è una regione come le altre. È la terra del premier Renzi e del ministro con delega alle riforme, la Boschi. Non solo: è anche, non è certo un mistero, la terra dell'esponente politico di Forza Italia che più si occupa di questo argomento, Verdini. Se lì si decide di introdurre il doppio turno e se ne fanno un vanto, vuol dire che è un riferimento per tutti».

Non mi dica che ora Forza Italia vuol dare lezioni di

rinnovamento al Pd anche sull'abbandono delle segrete stanze per decidere i candidati.

«Perchè non dovremmo? Ora si sono tutti accorti, anche a sinistra, che in Umbria c'è un deficit di democrazia, di dibattito, un vero e proprio gap da colmare. Sfidiamoci con il doppio turno, con programmi chiari e candidature trasparenti».

Fermi tutti: sta dicendo che il centrodestra farà le

primarie per scegliere i candidati e magari il candidato presidente per la Regione?

«Le primarie sono uno strumento utile, non un rito. Io ho detto che bisogna colmare il deficit di democrazia».

Ancora mano sul cuore e sincerità: lei ce li vede i suoi colleghi (con l'eccezione dello stravagante Barberini) del gruppo Pd, Locchi, Chacchieroni, Riommi, Bottini che votano per il doppio turno? Che fanno una riforma che in tanti nel centrosinistra vedono ancora come un salto nel vuoto, una sorta di abbandono del seno materno?



«Penso che se vogliono accreditarsi come forza

riformista non possono non farlo. Ma mi permetta di dire che alla radice di questo modo di ragionare ci sono considerazioni politicamente sbagliate, perfino un eccesso di pigrizia mentale. Dovrebbero riflettere: il fatto che, come dice lei, una regione diventa

contendibile comporta che si debbano tornare a

mobilitare le truppe. Le loro sconfitte a Perugia e a

Spoleto sono dovute, oltre alle nostre proposte valide e innovative, anche al fatto che il Pd non è riuscito a coinvolgere i suoi nella campagna elettorale».

Hanno pagato l'eccessiva tranquillità o la supponenza?

«Entrambe».

Che farete ora? Al prossimo consiglio regionale

proporrete di realizzare riforme insieme?

«Proporremo il doppio turno e altre innovazioni. Per

discuterne insieme e fare qualcosa che sia utile

all'Umbria».
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