Fondazione Burri,
ora la guerra arriva in Regione

Alberto Burri
di Federico Fabrizi
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Martedì 15 Aprile 2014, 22:22 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 12:25
CITTA' DI CASTELLO - Fondazione Burri? Fermate tutto, cos non va bene. Se due come Oliver Dottorini (Idv) e Andrea Lignani (Fdi) sono sostanzialmente d’accordo nel lanciare l’allarme, vuol dire che stavolta la faccenda bella grossa.

I due consiglieri regionali che di solito non vanno molto d’accordo puntano nella stessa direzione: la Regione attivi i suoi poteri di controllo sulle Fondazioni e se necessario nomini un commissario. Lignani propone una vera e propria commissione d’inchiesta: «Serve un’indagine del tutto indipendente - attacca - non compiuta da dirigenti dell’assessorato alla cultura della Giunta regionale che per troppo tempo hanno interagito con i vertici della fondazione».

A scoperchiare la pentola è stata un’intervista rilasciata dallo storico dell’arte Maurizio Calvesi al mensile di Città di Castello “l’altrapagina”, che ha lasciato dopo 10 anni la guida della fondazione Burri. La parola “caos” è decisamente la critica più leggera nelle dichiarazioni dello studioso. I vertici dell’ente sono nominati dal Comune, dall’Università, dalla Fondazione cassa di Risparmio (quella di Città di Castello confluita nelle Casse di risparmio dell’Umbria) e dall’associazione “tutela dei monumenti dell’alta valle del Tevere”. Per capire che aria tiri, basta sapere che sui tre rappresentanti scelti dal consiglio comunale di Città di Castello c’è un ricorso al Tar. «Perché uno doveva spettare alla minoranza», questa la tesi di chi non ci sta.

Ora la Regione vorrebbe realizzare un “centro di documentazione” o un “centro per l’arte moderna”. Cioé: potrebbe metterci soldi propri. Ed ecco la levata di scudi. «La Regione deve assolutamente fare chiarezza - tuona Oliver Dottorini - a questo punto esprimiamo preoccupazione per le ripercussioni sul mercato dell’arte e sull'immagine del maestro Burri». Ma lo scontro è solo all’inizio.
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