Staminali a Terni, Vescovi: «Il processo
delle cellule verificato da società terza»

Staminali a Terni, Vescovi: «Il processo delle cellule verificato da società terza»
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Giovedì 13 Febbraio 2014, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 19:50
TERNI - Faremo verificare a una societ di certificazioni esterna l’intero processo delle prossime linee cellulari, a partire dal materiale prelevato da feto morto per cause naturali in utero fino alla produzione linee. Il professor Angelo Luigi Vescovi rilancia sulla chiarezza.





In una lettera al Messaggero, edizione cartacea, riferendosi a quanto pubblicato in vari articoli e in particolare in data 4 febbraio, con la lettera a firma del professor Augusto Pessina, coordinatore del gruppo italiano staminali mesenchimali, Vescovi dice di voler fugare «il campo da pericolosi equivoci».



Così spiega: «Tengo a precisare che la sperimentazione che coordino è autorizzata dell'agenzia del farmaco Aifa e dunque segue la normativa di produzione delle cellule che si rifà a regole di good manifacturing pratiche Gmp della European Medical Agency (Ema). L’intero processo è, pertanto, tracciato e tracciabile a partire dal momento in cui si chiede il permesso di prelevare il tessuto fetale da aborto spontaneo fino all'iniezione nel paziente. Grazie alle analisi citogenetiche e molecolari fatte sul feto abortito spontaneamente e sulle sue cellule prima del trapianto, non è possibile uno scambio di cellule durante l’intero processo, prassi che costituirebbe un reato penale oltre che deontologico. Aggiungo che il materiale fetale proviene solo ed esclusivamente dall'ospedale di San Giovanni Rotondo, dove non si effettuano in alcun modo interruzioni volontarie o terapeutiche di gravidanza. Senza timore di essere smentito posso affermare che la sperimentazione Sla che coordino utilizza solo ed esclusivamente cellule derivate da un massimo di due donatori da morte naturale in utero e con prelievo di lembi di tessuto cerebrale, secondo le stesse regole della donazione degli organi, compreso il consenso informato»









Il professor Vescovi riferendosi poi alle perplessità del coordinatore del gruppo italiano staminali mesenchimali, afferma di trovare «grave parlare di “sospetti circolati in ambito scientifico” sulla veridicità di quanto noi asseriamo riguardo alla tecnica da noi sviluppata, grave soprattutto perché quest’affermazione non è circostanziata in nessun modo. In un momento molto delicato per la sperimentazione scientifica in Italia, sarebbe responsabile documentarsi con cura prima di lanciare accuse. A dimostrazione della nostra assoluta trasparenza, faremo verificare a una società di certificazioni esterna l’intero processo delle prossime linee cellulari, a partire dal materiale prelevato da feto morto per cause naturali in utero fino alla produzione linee».



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