Federcalcio, annullato il proscioglimento
Processo sportivo da rifare per Repace e gli altri

Il presidente del Cru, Luigi Repace
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Venerdì 17 Aprile 2015, 20:47 - Ultimo aggiornamento: 21:00
PERUGIA - Tutto da rifare il processo sportivo

contro Luigi Repace e gli altri membri del direttivo della Lnd Cru della Federcalcio coinvolti nela vicenda del campo di Prepo.

Lo ha deciso ieri la Corte Federale d'Appello a sezioni unite che ha accolto il ricorso della Procura guidata da Stefano Palazzi.

In primo grado, il Tribunale federale nazionale, aveva prosciolto Repace e gli altri dirigenti della Federcalcio umbra che erano stati deferiti: Carlo Emili, Naldino Forti, Giuseppe Palmerini, Roberto Lombrici e Mario Cicioni.

La vicenda è quella del campo federale di Prepo costruito con i contributi della Regione per cui Repace, il progettista Lanfranco Rossi, il segretario del Cru, Valerio Branda e i membri del direttivo Luciano Paccamonti, Carlo Emili, Naldino Forti, Giuseppe Palmerini, Roberto Lombrici e Mario Cicioni sono stati rinviati a giudizio.



La Corte Federale d’Appello a Sezioni Unite presieduta dal Gerardo Mastrandrea, speiga una nota della Figc, accogliendo il ricorso del procuratore federale, ha annullato la decisione di improcedibilità rinviando al Tribunale Federale Nazionale – Sezione Disciplinare per l’esame di merito il procedimento a carico del presidente del Comitato Regionale Umbria Luigi Repace e di altri cinque consiglieri del Comitato Regionale Lnd-Figc dell’Umbria all’epoca dei fatti (Carlo Emili, Naldino Forti, Giuseppe Palmerini, Roberto Lombrici e Mario Cicioni) «per aver concorso tra loro a formare e per aver sottoscritto due appendici ai verbali di riunione del Comitato Regionale Umbria (verbali n. 8 del 29/03/2008 e n. 9 del 29/04/2010, il solo sig. Mario Cicioni limitatamente a quest’ultimo verbale) da ritenersi non veridici in quanto difformi per contenuto, modalità e tempo alla realtà effettiva che invece volevano diversamente attestare, con l’aggravante della finalità illecita e del clamore avuto dalla vicenda, comportante danno all’immagine della Figc».

La Corte, vista la pronuncia sul ricorso sopra citato, ha disposto la sospensione dell’altro procedimento a carico di Repace, che era stato prosciolto dal Tribunale Federale Nazionale in merito al deferimento per aver «posto in essere comportamenti non conformi alle buone regole di gestione della vicenda sul finanziamento ottenuto dalla Regione Umbria per la realizzazione di un impianto sportivo, quali la disordinata e carente tenuta della contabilità nonché l’utilizzo dei fondi per scopi diversi al momento della effettiva erogazione e comunque non attinenti allo scopo vincolato per il quale era stato concesso, tutti comportamenti da considerarsi fra loro collegati e finalizzati unitariamente all’irregolare ottenimento dei fondi ed irregolare utilizzo degli stessi, procurando così un danno all’immagine della struttura federale interessata ed esponendola al rischio di ripetizione del contributo ottenuto».
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