Ast, al via la trattativa al Mise
e la fabbrica riprende a lavorare
Stallo sulla clausola Berco e rinvio

Ast, al via la trattativa al Mise e la fabbrica riprende a lavorare Stallo sulla clausola Berco e rinvio
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Mercoledì 26 Novembre 2014, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 07:27


La Morselli non cede, nuovo rinvio (ore 6.30). Dopo una estenuante trattativa con i sindacati nazionali l'ad Morselli non cede sulla clausola Berco. Nuovo rinvio a venerdi e poi, eventualmente, a martedì.



La trattativa rallenta sulla "clausola Berco" (ore 21.45). Si sta concentrando solo sulla mobilità volontaria la trattativa tra azienda, governo, sindacati e istituzioni locali sul piano industriale dell'Ast di Terni in corso al Ministero dello Sviluppo Economico. Sarebbero ancora un'ottantina gli operai interessati. L'obiettivo delle parti è quello di arrivare alla firma di un accordo già in questa riunione del tavolo. Da risolvere, comunque, la questione legata alle ditte dell'indotto. Nella riunione si è già parlato dell'Ilserv, una delle ditte principali. Lo scoglio delle aziende terze non sarebbe stato tuttavia ancora superato.



Bentivogli, Fim: "Posizioni più vicine". (ore 20). «Posizioni più vicine», secondo il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, al termine di una riunione ristretta tra azienda, sindacati e ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, su Acciai Speciali Terni. «I nodi della vertenza non sono ancora tutti sciolti - dice Bentivogli - ma la speranza è che ci sia la stretta finale in serata». Nel corso della riunione ristretta, presenti i segretari generali e nazionali di Fiom, Fim, Uilm, Ugl, e l'amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, sono stati affrontati i tre nodi ancora sul tappeto: licenziamenti automatici, salvaguardia dei lavoratori delle ditte appaltanti e integrativo aziendale. I sindacati puntano a modificare la clausola che prevede i licenziamenti automatici fra due anni in assenza di uscite volontarie incentivate. Secondo l'azienda, riferiscono i sindacati, gli esuberi sarebbero scesi al momento a 60 contro i 125 previsti. «Su i tre punti - rileva Bentivogli - l'azienda sembra più disponibile, rispetto alla scorsa settimana, ma verificheremo alle 19 se le richieste di modifiche unitarie sono state accettate»



Attilio Romanelli, Cgil, twitta (ore 18.30). "Si tornerà a parlare alle ore 19 con un nuovo testo presentato dalla multinazionale. Vedremo se ci saranno novità apprezzabili".



Esuberi e ditte esterne, trattativa in corso (ore 17.30). Al Mise al centro del dibattito ci sono due dei nodi più importanti da sciogliere: i tagli al personale e il destino delle ditte esterne. La trattativa sembra si stia svolgendo in un clima più sereno e che il confronto sia partito da dove era stato interrotto.



Gli operai all'uscita della fabbrica tra scettismo e speranze (ore 17). Una giornata «strana, quasi surreale», in cui è ancora lo scetticismo a prevalere: dopo oltre un mese a braccia conserte, i primi dipendenti dell'Ast di Terni sono tornati oggi in fabbrica. Escono dal primo turno di lavoro con espressioni inquiete e confuse, impazienti di sapere cosa li attenderà nelle prossime ore. Al centro di finitura dell'acciaieria di vocabolo Sabbione, a qualche chilometro di distanza dai cancelli principali di viale Brin, uno dei primi reparti tornati in attività oggi in virtù della rimodulazione dello sciopero, la mente degli operai è a Roma, dove negli stessi minuti si sta giocando il loro futuro e quello dei 2.700 colleghi. «È stata una giornata tranquilla, fin troppo - spiega all'uscita dal turno Giuseppe -, surreale per come siamo abituati. Il clima in fabbrica è di rassegnazione, di attesa degli eventi, ma senza grandi aspettative. Io non sono fiducioso, faranno in modo di addolcire con le parole il contenuto del piano, ma non cambierà molto». Conferma che all'interno dello stabilimento il clima «non è ottimo» un altro operaio, Michele De Angelis. «I pensieri ci sono - dice -, non siamo rilassati. Ha fatto uno strano effetto rientrare, speriamo di non dover già uscire domani, se la trattativa va male». «Il primo giorno è andato - dice Claudio -, ma è comunque una sensazione brutta per tutti, c'è un grande punto interrogativo».
La voglia di lavorare, puntualizza un altro operaio, ex dipendente dell'Ast di Torino trasferito a Terni «c'è, soprattutto quando hai bisogno di pagare le bollette, i mutui e le altre spese. Ma è triste farlo così». Ed infatti, aggiunge Flavio, un altro lavoratore, «siamo tutti giù di morale, le facce al lavoro erano tutte tristi. È stato un rientro con apprensione. Speriamo che qualcosa si risolva». La vita in fabbrica lentamente riprende, ma la mobilitazione comunque non finisce. Oggi i lavoratori hanno impedito di entrate nello stabilimento di Sabbione ad un camion che avrebbe dovuto caricare il prodotto finito per consegnarlo ad alcuni clienti. Solo quando ci saranno concreti passi in avanti tutto tornerà davvero come prima.






«Roselli, Fismic: tempi maturi per accordo>. (Ore 15). Crediamo che i tempi siano maturi per un accordo, perché 36 giorni di mancata retribuzione pesano sui bilanci delle famiglie dei lavoratori. Azienda e lavoratori non possono più permettersi di perdere clienti». Lo dichiara Marco Roselli, segretario nazionale Fismic, al suo arrivo al tavolo sulla vertenza Ast convocato al ministero dello Sviluppo economico. «Ci aspettiamo - aggiunge - un piano di sviluppo e di rilancio dello stabilimento. C'è da parte del sindacato l'auspicio di chiudere oggi. Bisogna capire se la stessa volontà ci sarà da parte dell'azienda».

Pasotti, Fim: determinati a fare accordo. (ore14.30) «Oggi siamo venuto al tavolo ast con la determinaziona di fare l'accordo. Vediamo se riusciamo a rimuovere i nodi» ancora sul tappeto. Lo ha detto il coordinatore nazionale della siderurgia della Fim, Sandro Pasotti, arrivando al ministero dello Sviluppo economico per la trattativa sulla vertenza Ast. «I presupposti per chiudere l'intesa ci sarebbero - ha sottolineato - dobbiamo vedere se l'azienda non fa retromarcia». I nodi ancora da sciogliere, secondo la Fim, riguardano i licenziamenti, l'integrativo aziendale e le ditte in appalto



Landini (Fiom) (ore 14): abbiamo intenzione di chiudere. «Andiamo al tavolo con l'intento di chiudere la trattativa su Ast". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, arrivando al ministero dello Sviluppo economico dove da poco è iniziato l'incontro tra Governo, azienda e sindacati sulla vertenza Ast. «Siamo pronti a cercare soluzioni e mi auguro che anche gli altri lo facciano», ha aggiunto Landini, «oggi - ha concluso - dobbiamo fare un accordo che sia davvero una mediazione».



Vicaro, Ugl: tre i nodi da sciogliere. (ore 11) «La priorità – per Maria Antonietta Vicaro, segretario della Ugl metalmeccanici – è quella di garantire tutti senza condizioni al ribasso. Se lo aspetta Terni e se lo aspetta l’Italia. I nodi da sciogliere sono quelli della esclusiva volontarietà degli esuberi, il contratto integrativo e la salvaguardia dei dipendenti delle ditte terze».




Bellanova: credo ci siano condizioni per non licenziare nessuno. (ore 10). «Credo ci siano le condizioni perchè si possa fare un accordo per l'Ast di Terni che non preveda alcun licenziamento». Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova prima della ripresa della trattativa prevista per oggi alle 13. «Spero - ha detto uscendo dalla Commissione Lavoro del Senato che il confronto si possa chiudere con una buona intesa. Credo ci siano le premesse perchè nessuno sia licenziato».



Ore 6, riapre la fabbrica. Primi rientri al lavoro stamani all'Ast di Terni dove l'attività è ripresa dopo oltre un mese di sciopero. A tornare al lavoro sono stati soprattutto impiegati. Pochi invece gli operai. Tra loro quelli del Centro di finitura. Le Rsu hanno infatti deciso un progressivo ritorno al lavoro che si completerà il primo dicembre. Ma tutto legato agli sviluppi della trattativa che riprenderà oggi alle 13 al ministero dello sviluppo economico
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