Ast, la fabbrica riparte al rallentatore
con l'incognita Ilserv
Mercoledì l'incontro al Mise

Ast, la fabbrica riparte al rallentatore con l'incognita Ilserv Mercoledì l'incontro al Mise
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Martedì 25 Novembre 2014, 21:02
TERNI Prima, alle 6 di mercoledì, il ritorno al lavoro dei primi lavoratori dopo 35 giorni di sciopero totale, poi, alle 13, un nuovo confronto tra azienda, sindacati, Governo e istituzioni locali sul piano industriale: per l'Ast di Terni domani si annuncia come un giorno cruciale.

Botta e risposta Landini- Del Rio. La vigilia è stata caratterizzata da un nuovo botta e risposta tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e il segretario della Fiom Maurizio Landini. «La richiesta dell'azienda è di farci firmare i licenziamenti. Noi non abbiamo nessuna intenzione di farlo. Nemmeno un dimezzamento del salario» ha detto il leader delle tute blu. Il quale ha assicurato: «qualsiasi decisione andrà presa con il consenso dei lavoratori, con un referendum». «Credo che nessuno più possa permettersi di non valutare nel merito le proposte» le parole di Delrio secondo cui «nel merito l'accordo è a un passo». Per il sottosegretario un appello rivolto non solo a Landini ma «a tutti, a azienda e sindacati a chiudere la trattativa». «Un appello - ha aggiunto - alla ragionevolezza, a mettersi a sedere e continuare a discutere».

Bentivogli, Fim: determinati ad arrivare ad un buon accordo. E per il segretario nazionale Fim-Cisl, Marco Bentivogli, «è ovvio che non c'è un accordo a tutti i costi, ma la nostra determinazione è fare di tutto perchè ci si arrivi». Obiettivo «accordo condiviso» anche per Mario Ghini, della Uilm. Al ministero il confronto, salvo sorprese, ricomincerà dalla bozza d'intesa redatta una settimana fa sempre al Mise, ma che, secondo le organizzazioni sindacali, pur contenendo passi avanti non è ancora soddisfacente in alcuni punti.

Tensioni e speranze tra i lavoratori. Sull'esito del tavolo c'è quindi ancora incertezza tra i lavoratori. «Spero che domani si arrivi ad un accordo - spiega Marco, un operaio del Tubificio impegnato in uno dei presidi ancora in corso - ma non ci credo. Non sono ottimista perchè l'azienda fa due passi avanti e quattro indietro, la nostra paura è sempre che si ricominci dal piano del 17 luglio». D'accordo con lui anche un collega, Domenico, secondo il quale «Governo e sindacati hanno fatto passi in avanti nella trattativa, ma l'azienda non è attendibile».

I nodi. Contratto integrativo e licenziamenti sono le due principali questioni sulle quali, secondo i lavoratori, dovranno essere apportate delle modifiche al piano per arrivare ad un accordo che possa essere accettato attraverso il referendum in fabbrica. Fondamentale è ritenuta dai dipendenti dell'acciaieria anche la clausola di salvaguardia di tutte le ditte esterne, in particolare dell'Ilserv, la maggiore impresa di servizi che opera per Ast dove sono stati messi in cassa integrazione straordinaria oltre 200 persone. Tanto che a rischio sembra esserci l'attività della fabbrica. «Per la trattativa di domani siamo ottimisti - commentano Leonardo, Luca e Antonio impiegati di Ast -, ma se non si risolve il nodo dell'Ilserv il problema resta. Non possiamo vincere su tutta la linea, ma qualche risultato dobbiamo portarlo a casa».

La fabbrica riparte. Mercoledì mattina, intanto, i primi lavoratori dell'Ast torneranno a lavoro in virtù della rimodulazione dello sciopero decisa domenica dalle rsu.
Entreranno in fabbrica i dipendenti di Aus, centro di finitura, centri collegati, ditte collegate, impiegati e quadri amministrativi del gruppo (tranne quelli collegati ai reparti produttivi), Aspasiel, cassa mutua e mensa. Poi da giovedì via via anche tutti gli altri reparti, con il ritorno a regime previsto per lunedì prossimo. Sempre che - hanno però già annunciato i sindacati - la trattativa produca risultati positivi e non li costringa invece a tornare sul piede di guerra.
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