Amanda, niente lacrime: «Sono triste e spaventata»

Amanda, niente lacrime: «Sono triste e spaventata»
di Flavio Pompetti
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Venerdì 31 Gennaio 2014, 10:40
Sono spaventata e rattristata da questa sentenza ingiusta.

Essendo stata in passato giudicata innocente, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. Contro di me un apparato accusatorio inesistente». Amanda si dice sbalordita dalla sentenza. Al suo difensore Della Vedova che le dava la notizia al telefono ha detto che era «impietrita dal dolore», ma che non ha pianto.



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Meno delicati sono i commenti che a valanga si sono riversati su Twitter mentre la diretta streaming dal tribunal di Firenze era ancora in corso: «La giustizia italiana è la più corrotta dell’universo». La sentenza è definite uno scherzo, una barzelletta, la rivincita di un sistema che ancora non è riuscito a mettere in galera Berlusconi. Ancora una volta gli americani faticano a comprendere il terzo grado di giudizio del nostro sistema, e lo condannano come un gioco delle tre carte: «Colpevole, innocente, colpevole. Che credibilità pretendono di avere?». Ancora più dura è la reazione del giudice in pensione Michael Heavy, difensore storico della innocenza di Amanda: «Questo è il trionfo dell'antiamericanismo italiano. Cosa dovremmo fare ora? Lanciare un boicottaggio contro i vostri prodotti?».



Heavey racconta che Amanda e i suoi genitori erano rassicurati dalla presenza di Raffaele Sollecito in aula: «Se c'è lui, è segno che il rischio di una condanna è ridotto» avevano pensato. Da oggi invece riprende l'incubo. Amanda secondo il giudice è una persona solo parzialmente libera, che cerca di dare una parvenza di normalità ad una vita vissuta ancora sotto assedio. I paparazzi la aspettano sotto casa, i compagni di scuola rubano scatti con i cellulari per poi postarli orgogliosamente online.



Negli ultimi tempi si è interessata ad altri casi giudiziari, sposando la causa di persone che come lei hanno percorso una lunga trafila giudiziaria e hanno scontato molti anni di galera, ma che alla fine sono state riconosciute innocenti. Sperava di uscire allo scoperto e diventare una testimonial per la loro causa, e invece la sentenza la ricaccia nel buio del sospetto. La Knox continua anche a tentare un avvicinamento alla famiglia Kercher. Ieri, nelle sue dichiarazioni subito dopo la sentenza, ha avuto un pensiero anche per i parenti di Meredith: questa dura condanna, ha detto, «non è una consolazione per la famiglia Kercher». In precedenza, una sua lettera indirizzata alla sorella di Mez non è mai stata aperta dalla destinataria.



DALLA SUA PARTE

L’America si stringe ancora una volta intorno a questa sua figlia che non riesce a vedere come la satanica assassina dell’amica Mez. L'immagine della giovane inesperta, prima ubriaca della libertà più assoluta scoperta al suo arrivo a Perugia, poi vittima dei pregiudizi antiamericani e di un sistema giudiziario bizantino, è ormai ben scolpita nell'immaginario collettivo. La totale assenza di prove a suo carico nel processo viene data per scontata.



E così la città di Seattle la copre con un manto protettivo di silenzio, dal quale esce solo per fare apparizioni molto ben mirate sui maggiori media nazionali. Ma anche dentro le mura di casa, la sua vita non è serena: «Nulla potrà cancellare l'esperienza di essere stata ingiustamente imprigionata» ha detto negli ultimi giorni prima di spegnare computer e televisione, e aspettare la telefonata dei suoi legali in arrivo dall'aula fiorentina.

Il magistrato amico Michael Heavey da anni spinge le sue tesi innocentiste fino al cuore del potere, nel Congresso di Washington.



E’ servito a qualcosa? Certo - dice al telefono - senza lo sforzo della nostra senatrice Maria Cantwell e senza l’apporto della nostra diplomazia, la nomina di un giudice “veramente” imparziale come Pratillo Herman, il magistrato che l’aveva assolta nel primo appello, non sarebbe stata possibile. In questo sistema di certezze la nuova condanna non era contemplata, nessuno è disposto ad accettarla, e nessuno consentirà ad un eventuale ritorno di Amanda per scontare la sentenza.

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