Munito di strumentazioni avanzate per la registrazione di variazioni ambientali di temperatura e campi elettromagnetici, il team ha esplorato i meandri dell’antico maniero alla ricerca di antiche presenze che hanno abitato le sue segrete, luogo tetro e denso di antiche esperienze.
“A partire dalla struttura incantevole e dall’accoglienza entusiastica – spiegano i componenti dello staff - il castello ci è apparso sin dalle prime un luogo denso non solo di storia ma anche di anomalie difficilmente spiegabili”. La prima parte dell’indagine si è focalizzata sulla Cappella delle Rondini, luogo che conserva affreschi originali raffiguranti alcuni miracoli della vita di San Francesco. Qui la sensitiva Emanuela Mitraglia ha percepito più volte almeno una presenza all’interno di quella che - durante la Seconda Guerra Mondiale - era divenuta una cella di detenzione.
La prima squadra ha successivamente raggiunto i locali inferiori che ospitano ad oggi il museo dedicato alla figura del celebre Bartolomeo D’Alviano, condottiero ed ingegnere di grandi capacità strategiche. “È qui che hanno luogo le prime anomalie interessanti – spiega il team - mentre le strumentazioni del gruppo segnalano condizioni ambientali per lo più nella norma, la sensibilità di Emanuela capta a più riprese alcune presenze (bambini e perfino un uomo in abbigliamento militare) che girovagano per la stanza”. Il castello di Alviano, dunque, è infestato dai fantasmi? “La risposta non possiamo ancora fornirla- conclude il gruppo - ma questa indagine ci ha consentito di assistere ad anomalie molto forti e allo stesso tempo fugaci lasciandoci una forte aura di positività ed energia”.