Spazio, dopo 9 anni la sonda New Horizons raggiunge Plutone: svelato il volto del pianeta nano

Un'immagine artistica di New Horizons
di Enzo Vitale
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Martedì 14 Luglio 2015, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 22:33

Capitolo chiuso. Oggi alle 13,50, ora italiana, una parte del libro sull'esplorazione del nostro Sistema Solare è giunto al termine. Adesso inizia l'attesa per ricevere le immagini da oltre 5 miliardi di chilometri. La sonda Nasa in questi momenti è concentrata a catturare foto del planetoide e, solo dopo un secondo momento, si rivolgerà in direzione della Terra e spedirà tutto.Le prime foto ad alta risoluzione saranno disponibili già tra qualche ora.

Il passaggio ravvicinato su Plutone è andato in scena su sito della Nasa Tv



Questo il sito Web dedicato a New Horizons e alla sua incredibile avventura spaziale.

Lo storico appuntamento con l'ultimo pianeta del Sistema Solare è avvenuto attraverso un passaggio ravvicinato di circa 12 mila chilometri.



La sonda Nasa era partita nel 2006, pochi mesi prima della declassificazione di Plutone a pianeta nano. Ma il suo viaggio non si ferma qui. L'eplorazione continuerà con nuovi fly-by su altri corpi della misteriosa fascia di Kuiper.



Ad ogni modo la prova che tutto è andato per il meglio sarà la «telefonata» che la sonda dovrebbe effettuare intorno alle 3 di domani notte. Solo allora sarà possibile sapere che fine ha fatto New Horizons e se è in grado di continuare la sua affascinante missione oltre i confini del Sistema solare.



I DATI

Plutone resta l’ultimo oggetto del sistema solare ancora inesplorato. L’ultimo avamposto sconosciuto e misterioso. Di lui si conoscono solo gli elementi canonici. Per fare un giro completo intorno alla nostra stella, ad esempio, impiega quasi 250 dei nostri anni.

Attualmente la sua distanza dalla Terra è di circa 4.500 milioni di chilometri, ma tra 140 anni sarà acora più lontano. È un corpo, o meglio un blocco di ghiaccio, freddo e inospitale con temperature medie alla superficie che arrivano a meno 223 gradi. Fino a qualche anno fa era considerato un pianeta a tutti gli effetti, ma nel 2006 l’Unione astronomica internazionale lo ha retrocesso a pianeta nano. Plutone però ora chiede il riscatto, nano o non nano, vuole la rivincita e questo mese di luglio riserverà delle grosse novità.



LE NUOVE MISURE

A dare le misure del piccolo, ma distantissimo sistema plutoniano, ci ha pensato Lorri (Long Range Reconnaissance Imager). Lo strumento a bordo della sonda ha calcolato con certezza quasi assoluta che il diametro di Plutone è di circa 2.370 chilometri, mentre quello di Caronte è di soli 1.208. Altre dimensioni, naturalmente al ribasso, per Nix e Hydra, gli altri due dei 5 satelliti conosciuti, che sono rispettivamente di 35 e 45 chilometri. Nessuna stima, infine, per Kerberos e Styx, molto più piccoli degli altri tre.





LA TERZA ZONA

Dopo decenni, finalmente, l’umanità ha coronato il sogno a lungo accarezzato: la conquista di tutti i pianeti del Sistema solare. All’appello mancava solo lui, il signore degli inferi. Suo malgrado, Plutone, ha due caratteristiche: è l’ultima frontiera ma anche il primo di una vastissima popolazione di oggetti della cosiddetta terza zona, la Fascia di Kuiper, un’area ai confini del Sistema Solare in cui giacciono centinaia di corpi di ghiaccio oltre l'orbita di Nettuno.

Il primo a presumere la sua esistenza fu l’astronomo olandese Gerard Kuiper che nel 1951 ipotizzò la nascita delle comete proprio da questa remotissima zona.



L'ESPLORAZIONE DEL SISTEMA SOLARE

New Horizons ha intrapreso il suo viaggio proprio nove anni fa, nel gennaio del 2006 (pochi mesi prima della declassificazione di Plutone a planetoide) e ora si trova a oltre 5 miliardi di km dalla sua base di partenza. Nel suo lunghissimo percorso a tappe, la sonda Nasa, che viaggia ad una velocità di 50 mila chilometri all’ora, ha svelato le caratteristiche del planetoide e ha confermato alcune certezze. «Non abbiamo trovato nuove lune o anelli tipo quelli di Saturno, Urano e Nettuno. Per molti di noi scienziati è stata una sorpresa scientifica - ha detto Alan Stern, principal investigator della missione il giorno in cui è stata corretta la rotta-. Di conseguenza, non è necessario alcun aggiustamento della traiettoria per evitare potenziali pericoli».



CINQUE LUNE

Plutone non è quel solitario corpo ai confini del sistema solare, possiede ben cinque satelliti conosciuti: Caronte, Stige, Notte, Cerbero e Idra. Il primo, Caronte, grande la metà del planetoide, è un altro cosiddetto pianeta nano e va nella stessa categoria di Cerere e Xena, grandi asteroidi promossi a un rango più alto.

Mano a mano che New Horizons gli si è avvicinato, Plutone e la sua area sono diventati ancora più definiti. E in queste prossime ore avremo le immagini migliori. Le nuove foto inviate sulla terra mostrano due facce piuttosto differenti. Una presenta alcune singolari macchie scure, del diametro di circa 500 chilometri distribuite lungo la linea equatoriale.

Il pianeta fu scoperto presso il Lowell Observatory, in Arizona, il 18 febbraio 1930, da Clyde Tombaugh e battezzato in onore di Plutone, divinità dell'Oltretomba secondo la mitologia romana; le prime lettere del nome, PL, sono anche le iniziali dell’astronomo Percival Lowell, che per primo ne ipotizzò l'esistenza nel 1915.



IL METANO

«E finalmente è possibile anche vedere i suoi colori. Come Marte, ma per motivi diversi, è rosso, tendente al rosa - ha spiegato Simon Porter della Nasa - i colori e le caratteristiche dei suoi variegati terreni si stanno definendo nelle immagini. Già da ora possiamo dire che Plutone non assomiglia a nessun altro corpo nel sistema solare».

Nel frattempo le scoperte di New Horizons si moltiplicano. L’ultima in ordine di tempo la presenza di metano. «Una mistura primordiale - hanno ipotizzato gli scienziati - contenuto nella nube di gas e polveri che ha dato origine al sistema solare 4,5 miliardi anni fa».



A decenni dalla sua osservazione, finalmente, parte delle ceneri del suo scopritore, Clyde Tombaugh, che si trovano a bordo della sonda, hanno raggiunto, e ormai superato, l'oggetto più distante del Sistema solare.



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