Samantha Cristoforetti, capriole dallo spazio: «Italia meravigliosa», la prima telefonata

Samantha Cristoforetti, capriole dallo spazio: «Italia meravigliosa», la prima telefonata
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 12 Dicembre 2014, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 12:56

Come spesso accade, anche nello spazio le cose più belle sono quelle non dette: la capriola fuori onda di Samantha Cristoforetti, ancora più leggera per aver terminato il compito, ovvero per aver concluso la prima intervista dalla stazione internazionale. E anche il fluttuare dei suoi capelli neri che - sarà la microgravità? - si stanno allungando a vista d’occhio facendola sembrare ancora più giovane. Ecco la prima “inflight call” (telefonata in volo) della prima astronauta italiana e più delle sue risposte, alla fine resta il contagio della felicità della 37enne trentina, finalmente arrivata nel mondo, nell’extramondo, sognato fin da bambina. Perfettemente a suo agio a galleggiare nell’Iss dopo nemmeno tre settimane di missione, polo blue navy e pantaloni nocciola multitasche e multivelcro (per attaccarsi addosso gli utensili), astrosamantha dimostra davvero meno anni di quando è partita da Bajkonur. E non dev’essere per quella legge di Einstein sui due

gemelli.

IL SOGNO

No, lei voleva lo spazio fin da piccola e adesso se lo gode massacrandosi di lavoro dalla mattina alla sera per seguire oltre 200 esperimenti in orbita.

«La Terra è talmente magnifica che ti scalda il cuore - ha detto il capitano pilota dell’aeronautica militare che in pochi giorni è passata da 140mila a 200mila follower su twitter - e l’Italia ancora di più, con la sua forma inconfondibile.

Si può sorvolare mille volte la stessa zona, ma ogni volta è un’emozione diversa. E peccato non avere studiato abbastanza geografia per capire ancora di più che cosa ci sta sfilando sotto gli occhi».

LA CAVIA

Nostalgia? Difficoltà? Problemi? «Maddeché» direbbero a Roma e infatti Samantha non l’ha detto, ma l'ha pensato: lei è una che da sempre sceglie la via più impervia e che trasforma ogni ostacolo in un'opportunità. «Certo è stato complesso fare da cavia per 36 ore di fila coperta di cavi e sensori per registrare l’attività del cervello in orbita anche quando si dorme. E non è stato uno scherzo sostituire un pezzo importante della tuta che servirà a Terry (Virts, americano) per la prossima passeggiata spaziale: ci abbiamo messo due giorni e a ogni passaggio ci rendevamo conto che un nostro errore avrebbe potuto mettere una vita in pericolo. Ma poi basta affacciarsi alla cupola per dimenticare ogni stanchezza. Per non dire della sensazione di assenza di peso: galleggiare nell’Iss è una gioia continua».

«OH, MY GOD!»

Nessun problema, insomma, ed emozioni a getto continuo: «Poco prima di entrare nella Soyuz, lassù sulla rampa di lancio, siamo stati avvolti dal vapore bianco dei motori del razzo che si stavano ”scaldando”. E’ come se la Terra ci stesse abbracciando prima della partenza. E poi l’arrivo, quando di colpo mi sono trovata la stazione spaziale a 40 metri».

E stato quando Samantha si è lasciata scappare - e meno male - quel ”Oh my god” con tanto di sospirone affannato. Emozionarsi humanum est, anche per un supercervello come lei, quando si vede per la prima volta, e di sorpresa, la stazione spaziale incendiarsi ai raggi del sole al tramonto, che a 400 km di altezza dura solo 10 secondi ma è di un’intensità da togliere appunto il fiato. Del resto Luca Parmitano raccontava di aver visto anche i più veterani dei colleghi russi provare i brividi a ogni alba o tramonto dalla cupola: film visti anche 10mila volte nella carriera dei cosmonauti di lungo corso, dato che sull’Iss il sole sorge e tramonta 16 volte nell’arco delle 24 ore.

NATALE

Poteva mancare la domanda sul Natale in arrivo? No, e Samantha ha allora risposto che si farà festa anche sull’Iss, dotata di un minialberello natalizio e adesso anche di calze che saranno riempite di dolciumi, meglio se italiani, reclamano i russi e gli americani che per un tiramisù dello chef stellato Polato fanno follie.

«E siccome io ho avuto tanto dall’Italia e sono diventata astronauta dell’Esa grazie all’Agenzia spaziale italiana e all’Aeronautica militare, auguro a tutti gli italiani di avere dal loro paese tanto quanto ho avuto io». Grazie, e magari, anche se in realtà lei si è davvero sudata ogni cosa ricevuta.

«Auguri personali? Beh, quelli li farò in maniera privata» ha poi tagliato corto astrosamantha che in questi casi risponde con nome, grado e numero di matricola. A mamma, papà, fratello e fidanzato arriveranno insomma altre telefonate, non in diretta tv.

BOW WINDOW

Il programma di lavoro sull’Iss è poi talmente serrato che la sera si crolla in branda: «Per adesso i libri di Rodari, Calvino e Saint de-Exupéry sono rimasti chiusi, ma conto di leggere qualche brano nella cupola». Leggere Palomar al tramonto nella bow window affacciata sulla Terra: capite perché si diventa arci-felici sulla stazione spaziale?

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